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Una messinese tra le segretarie del “Club di Giulietta”

Di Ombretta Grasso |

Tra le “segretarie”, da tre anni, c’è anche Chiara Linzitto, di Messina, 32 anni, che lavora in un laboratorio di Biologia molecolare, fidanzata, «romantica quanto basta», che ha scoperto il Club attraverso il film del 2010 Letters to Juliet con Amanda Seyfried e Vanessa Redgrave. «Come la protagonista anche io volevo fare la giornalista, mi piace scrivere, trovare storie e mi ha incuriosito questa attività – racconta – Ero in vacanza a Verona, sono andata a bussare alla porta del Club ed è iniziata questa avventura». Chiara risponde alla email tutto l’anno, in estate passa una settimana al Club (con lei arriveranno circa 50 volontarie da tutto il mondo per uno stage estivo per smistare la corrispondenza e allenarsi alle risposte) e in autunno si ferma circa un mese. «Ho trovato una famiglia, siamo una ventina, 4-5 le italiane – spiega – Leggiamo le lettere tutte insieme, ci confrontiamo, ma la risposta è scritta da una sola persona. Mi piace molto scrivere, ma la cosa più bella è l’empatia che si crea, la partecipazione, riuscire a fare qualcosa di utile per un’altra persona».

Ci sono amori proibiti e quelli infelici, chi cerca marito e chi non sa come lasciarlo. «Scrivono persone di tutte le età dai 12 ai 65 anni, in maggior parte donne, ma anche tanti uomini, dall’Italia, dal Giappone, dagli Stati Uniti. Raccontano in gran parte amori non corrisposti, si rivolgono al mito ma soprattutto parlano più liberamente con uno sconosciuto che è pronto ad ascoltarli, senza giudicare. Ringraziano sempre per il tempo che dedichiamo loro». Troppa melassa? «Sono lettere di persone che raccontano la propria vita, non sono mielose, ma storie reali di persone reali. Storie che raccontano la normalità».

Nella nostra società liquida e sfuggente che comunica con post e whatsapp, migliaia di persone scrivono con carta e penna. «Solo ciò che si scrive resta impresso sulla carta e nel cuore, il messaggio vocale si perde facilmente». Le missive sono in gran parte lasciate proprio nella casa di Giulietta . «Nel cortile si respira un clima d’amore – prosegue Chiara – detto così può far sorridere, ma c’è un’atmosfera particolare che ispira. Si scrive lì stesso o, tornati a casa, si spedisce una lettera indirizzata semplicemente a Giulietta, Verona».

Agli innamorati non ricambiati più che consigli si dà «speranza». «Il nostro consiglio è quello di seguire il proprio cuore, l’unico a conoscere la vera risposta». Meglio sognare il principe azzurro che confrontarsi con la realtà? «Non è una fuga, abbiamo ricevuto ad esempio richieste di donne che chiedevano aiuto. Forse proprio perché c’è tanta violenza, tanta rabbia, tanta difficoltà a incontrare la persona giusta ci si appiglia ai sogni. Nessun “principe”, ma è bello credere che esista l’amore vero».

Fra le iniziative del Club il concorso “Cara Giulietta” dedicato alle lettere più belle, e con la Fondazione Pordenonelegge.it, “Scrivere per Amore”, il Premio internazionale di scrittura con 18 autori in gara che si sono cimentati sull’amore da Asor Rosa alla Mastrocola. Il 16 settembre a Pordenonelegge una serata speciale con la vincitrice 2016, Maria Pia Veladiano, a Verona il 21 ottobre il vincitore 2017.

Per Chiara la lettera più bella alla quale ha risposto «è quella di una donna che aveva riscritto dopo 20 anni. Raccontava di aver viaggiato e cambiato città, ma di aver trovato l’amore sotto casa, con il fidanzatino dell’asilo che viveva nell’appartamento sotto al suo». Tanti cuori infranti e amori come camere a gas. Ma pure il lieto fine, come per Andrew: «Il vero potere di un uomo consiste nelle dimensioni del sorriso della donna che gli siede accanto ed io ho intenzione di passare il resto della mia vita a far sì che le guance le facciano male. La mia vita non è mai stata migliore. Ho in programma di proporle di sposarmi a Venezia il 27 settembre, giorno del suo compleanno, e dovremmo visitare Verona il 28. Sono certo che abbiate ottimi consigli da offrire ma io volevo semplicemente condividere la mia storia. Anche nei momenti più bui, quando ero solo, c’era sempre una luce che brillava in distanza e quando Nic è comparsa in quella luce ho ricominciato a vivere. Grazie».

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