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Priolo, così l’appalto taroccato diventava il «compito di mio figlio da far correggere alla maestra»

Di Mario Barresi - Nostro inviato |

Siracusa. Era una questione di vita o di morte. Accaparrarsi l’organizzazione del “Gran Galà Equestre” di Priolo. La futura vincitrice (offerta: 3.550 euro…), al telefono col cugino-socio, esprimeva una granitica certezza sull’aggiudicazione. Anche perché, oltre che del «bel rapporto» tra loro, aveva contezza dell’ambizione del sindaco Antonello Rizza: «… ovviamente è normale, lui ora si deve andare a fare una campagna elettorale regionale, perché lui vuole diventare onorevole… ma è normale… lui non si può fossilizzare, solo sui voti di Priolo, capi… lui, si deve andare a cercare i voti di Melilli, Priolo, Augusta, Sortino, di Pa… capito? Tutta la provincia…».

Nella semplicità di politologa da Bar dello Sport aveva centrato il punto: al sindaco il palazzo municipale comincia a stare stretto. «Vuole diventare onorevole». Rizza – che ieri s’è dimesso ed è stato sospeso dal prefetto – è più che mai in corsa alle Regionali nella lista di Forza Italia. Pur essendo ai domiciliari per truffa e turbativa d’asta. Per lui la Procura di Siracusa, a conclusione di una lunga e complessa indagine, aveva chiesto la custodia cautelare in carcere.

E c’è anche un altro candidato all’Ars, fra i 18 indagati dell’inchiesta “Res Pubblica” sugli appalti al Comune di Priolo. Si tratta di Eugenio Maione, 50 anni (ex assessore di Rizza), in lizza con Autonomisti e Popolari-Idea Sicilia. Le ipotesi di reato a suo carico – condivise con l’ex sindaco – sono concorso in turbativa d’asta aggravato dalla pubblica funzione e tentata concussione. L’indagato (che sostiene di non aver ricevuto l’avviso di garanzia), imprenditore e commerciante priolese, è da sempre nell’orbita del centrodestra. Prima vicino all’ex ras politico locale, Pippo Gianni, Maione s’è di recente avvicinato a un altro big del Siracusano: il deputato regionale Pippo Gennuso, che – fino all’ultimo in ballottaggio per entrare in lista con Forza Italia, che gli ha preferito proprio Rizza – ha portato con sé l’ex assessore nella triplice alleanza fra Saverio Romano, gli eredi di Raffaele Lombardo e Roberto Lagalla. «Maione corre per arrivare secondo – dicono a Siracusa – perché il favorito Gennuso gli ha detto che andrà a fare il senatore e gli lascerà il seggio a Palermo».

Ma c’è molto altro ancora, nelle 106 pagine dell’ordinanza firmata dal gip di Siracusa, Giuseppe Tripi, su richiesta del procuratore Francesco Paolo Giordano e del sostituto Margherita Brianese. A partire da atti e intercettazioni che inchiodano Rizza. L’inchiesta “Res Publica”, si legge nell’ordinanza, nasce «dall’attività brillantemente condotta» dal commissariato di Priolo su presunte truffe nella gestione della piscina comunale. Partendo da «false attestazioni» presentate da Sebastiano Carpinteri (indagato) sulla gestione dell’impianto, la polizia arriva al dirigente comunale Salvatore Cirnigliaro, sottoposto alla misura dell’obbligo di firma, intercettandolo. Le mollichine di pane conducono a «diverse vicende di rilievo penale, ulteriori a quelle relative alla piscina comunale».

E quindi si arriva dritti al sindaco dimissionario. Coinvolto nell’affidamento del “Gran Gala Equestre”. inserito nella “Notte Bianca” del 2016. Il 19 settembre Desireé Giuliano, indagata in veste di procuratrice dell’Asd “Arte e Passione equestre siciliana”, chiama Rizza scoraggiata. «Mi sono arrivate altre dicerie all’orecchio, anzi, che devo fermarmi perché…». Ma il sindaco la rassicura: «Lascia stare le dicerie, tu devi muoverti». Seguono contatti di Rizza con il club, ma soprattutto con Cirnigliaro. Il dipendente, l’8 ottobre, risponde al pressing del sindaco: «Ho completato la bozza». Rizza gli chiede una copia via WhatsApp, ma poi s’accorda per una consegna a domicilio. «Te la lascio nella buca di casa a Siracusa», gli dice il funzionario. La manifestazione d’interesse sarà pubblicata due giorni dopo, il 10: «Tranquillo dai, tanto ti lascio la domenica poi… se ti viene qualche pensata, ok?», garantisce il fedele burocrate.

Il lunedì, alle 12,58, Rizza chiama l’interlocutrice.Rizza Antonello: Quella cosa l’ho fatta… capito?Giuliano Desireé: Sì… Sì…Sì…R: l’ho corretto il compito di mio figlio…io!G: mmh… questi papà… siete troppo premurosi!R: ehhh.. se mi arriva una segnalazione da una maestra come te… lo devo sistemare il compito di mio figlio…!

Giuliano, di professione, non fa l’insegnante. Per gli inquirenti una conversazione «criptica», ma è «evidente che i due si riferiscano alla pubblicazione dell’avviso di gara». Il 19 ottobre l’intraprendente cultrice dei cavalli va da Cirnigliaro. «Quanto gli hanno messo qui i ragazzi?», chiede. Il funzionario, scrive il gip, «ha comunicato alla Giuliano il prezzo offerto dall’altro unico partecipante alla gara». Consiglio interessato: «E per questo togliamo cento euro…». Finale: l’offerta è di 3.550 euro, battuto il concorrente Pizzo che ne offriva – guarda caso – 3.650.

Il giudice è convinto che ci sia «con assoluta chiarezza» la prova di «un accordo illecito tra il Rizza e il Cirnigliaro in ordine all’esito della competizione». In un’intercettazione ambientale del 20 ottobre i due sono nella stanza del dipendente comunale. «Ora… mi fai capire cosa è arrivato delle altre cose… dei cavalli… dei somari…». Il funzionario gli mostra le offerte e il sindaco dà l’input: «Quella dei cavalli puoi portarla avanti…». Avviso a margine: «Chiamare lei (Giuliano, per il gip), ma su un altro numero», che gli mostra su un foglietto che poi viene inghiottito da un tritacarte, del quale le cimici registrano il rumore sordo e definitivo.

Il dado è tratto. La donna si vanta, con un racconto sin troppo pieno di pathos, dell’impresa con un cugino, Michael Mulè, indagato in quanto legale rappresentante dell’associazione equestre con sede a Valledolmo. «Deve accontentare a tutti», dice lei riferendosi alla carriera regionale di Rizza. Anche se «io lavoro per un altro onorevole, un notaio giustamente…». Il riferimento è a Giambattista Coltraro, altro candidato all’Ars (con l’Udc) inserito nell’elenco degli “impresentabili” per altri guai giudiziari, comunque estraneo all’inchiesta di Priolo.

Rizza impone anche altre scelte. «Vedi che sono io il sindaco… lo scelgo io… l’assessore e il dirigente si adeguano alle scelte che facciamo noi… Punto!», urla al fido Cirnigliaro il 22 settembre 2016. Fra i capi d’imputazione anche la turbativa d’asta nell’appalto dell’impianto audio del Centro ricreativo anziani, assegnato alla “Indie Sound Music” dei fratelli Francesco e Andrea Artale (entrambi indagati): spesi 26.254,40 euro per materiale che a prezzo di mercato sarebbe costato, secondo l’accusa, 10.793,39 euro. La stessa ditta s’aggiudica la fornitura di attrezzature per il teatro comunale.

E qui entra in scena l’ex assessore Maione. Assieme a Rizza e ad altri indagati (l’ex assessore Giuseppe Pinnisi e Artale) «con collusioni, minacce e mezzi fraudolenti, turbavano il procedimento amministrativo diretto a stabilire il contenuto del bando». In particolare Rizza «tramite il Maione consentiva all’Artale di effettuare sopralluoghi al fine di meglio predisporre l’offerta». Sindaco e assessore, scrive il gip, «effettuavano pressioni e minacce sul Mercurio (Domenico, funzionario comunale) al fine di indurlo ad accelerare le procedure di acquisto e a porre alla base della selezione – anche in relazione alla necessità di speditezza – l’elenco di prodotti fornito dall’Artale».

Il 18 ottobre 2016 il sindaco, intercettato, compulsa l’assessore.Rizza: io ho firmato la lettera che ti sto mandando… quindi…Maione: sì! perfetto…R: ora sei tu materialmente che devi fare la lettera…M: sì.. sì..R: perché io ti ho detto che le somme devono essere impegnate entro il 31… quindi ho dato a te precisa responsabilità insomma..M: chiaro…R: quindi devi essere tu ora a trasferire a lui (ndr. si riferisce al Dott. Mercurio che deve impegnare delle somme per la realizzazione di un sistema audio per il teatro presso il centro polivalente) entro e non oltre… (si accavallano le voci)M: io di pomeriggio mi muovo…R: sì perché altrimenti poi io.. io… con te mi rivalgo e poi con lui… Mi segui?

C’è un lieto fine. Quei prodotti, se acquistati alle condizioni proposte, avrebbero comportato per il Comune una spesa di 91.850 euro, stima il gip di Siracusa, «con illecito vantaggio per l’Artale in relazione alla vendita di prodotti non necessari alla PA e di prodotti per prezzi superiori a quelli di mercato». Ma la concussione è soltanto tentata, grazie alla «ferma opposizione manifestata» da Mercurio. Un piccolo grande eroe, che denuncia tutto alla polizia.

L’assessore Maione si dimette il 29 marzo scorso. Le scelta, scrive in una lettera al sindaco, «è un frutto di un percorso di elaborazione nelle dinamiche politiche locali, è stata presa dal gruppo politico a cui appartengo». Si ritroveranno, però, Maione e Rizza. Candidati alle Regionali, entrambi in liste di centrodestra a sostegno di Nello Musumeci. E tutt’e due indagati (uno arrestato) in questa vicenda giudiziaria. Di appalti miserrimi e di enormi squallori.

Twitter: @MarioBarresi

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