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Ias, molestie olfattive dagli impianti, condannati 2 ex amministratori

Di Francesco Nania |

Erano molestie olfattive quelle provocate dalle emissioni di sostanze odorigene provenienti dagli impianti del depuratore biologico di Priolo, gestito dall’Ias.

A queste conclusioni è pervenuto il giudice monocratico del tribunale aretuseo Andrea Pino, che ha emesso una sentenza di condanna nei confronti di due ex amministratori della società consortile e accertato la responsabilità civile della stessa società Industria Acqua Siracusana.

Il giudice, a conclusione di un lungo e tortuoso processo, ha inflitto la condanna a 20 giorni di arresti nei confronti del direttore tecnico dell’Ias del tempo, Baldassare Matera, e per l’allora presidente Giuseppe Assenza, difesi dal prof. Giovanni Grasso e dall’avvocato Stefano Rametta.

Il giudice monocratico ha anche imposto un risarcimento dei danni che l’azienda deve corrispondere nella misura di 1500 euro ciascuno a favore di 8 cittadini priolesi (tutti difesi dall’avv. Domenico Mignosa), che avevano accusato malori dovuti proprio alle molestie olfattive, sporto formale denuncia e che si sono costituiti parte civile al relativo processo.

Anche il rappresentante della pubblica accusa era giunto alle stesse conclusioni sollecitando al giudice un verdetto di colpevolezza per i due imputati e per l’azienda stessa.

La vicenda giudiziaria risale al 2012 quando un gruppo di cittadini residenti nel comune di Priolo, ha accusato malori di vario genere a causa della persistente presenza di cattivi odori nell’atmosfera.

Le indagini, disposte dalla Procura della Repubblica aretusea, si sono concluse in breve tempo con l’individuazione della fonte di emissione di quelle sostanze odorigene proprio nel vicino depuratore biologico gestito dall’Ias.

«E’ una delle poche sentenze che rende giustizia a quei cittadini che accusano disagi e malesseri fisici dovuti proprio alla presenza di cattivi odori nell’aria – sostiene l’avv. Mignosa – il verdetto del giudice monocratico, infatti, pone in essere una questione di principio e, allo stesso tempo, costituisce un precedente di non poco conto soprattutto in considerazione del fatto che i residenti di Priolo sono esposti ancora oggi quasi quotidianamente a vere e proprie molestie olfattive.

«Il processo, peraltro, era destinato alla deriva dell’archiviazione se non fosse stato per l’opportuno ed efficace intervento del procuratore capo Francesco Paolo Giordano, che sulla specifica materia dell’inquinamento di origine industriale, sta dimostrando di avere la massima attenzione e disposto il rigore anche al suo ufficio».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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