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Più di 1 milione di barriere sui fiumi europei, male per flusso ed ecosistemi

Roma, 23 ott. – (AdnKronos) – Tra dighe, briglie e altre strutture, si stima siano più di un milione le barriere artificiali che ostacolano il normale flusso della corrente nei fiumi europei. Queste barriere causano la frammentazione degli habitat fluviali e hanno conseguenze sulla connettività dell’ecosistema nel suo insieme, in termini di acqua, sedimenti e […]

Di Redazione |

Roma, 23 ott. – (AdnKronos) – Tra dighe, briglie e altre strutture, si stima siano più di un milione le barriere artificiali che ostacolano il normale flusso della corrente nei fiumi europei. Queste barriere causano la frammentazione degli habitat fluviali e hanno conseguenze sulla connettività dell’ecosistema nel suo insieme, in termini di acqua, sedimenti e organismi. Realizzare un atlante delle barriere esistenti sui nostri fiumi, per poterle gestire in maniera più efficiente, è lo scopo del progetto europeo Amber (Adaptive Management of Barriers in European Rivers) di cui fanno parte 20 istituzioni provenienti da 11 Paesi.

Amber produrrà quindi il primo atlante su scala europea di tutte le barriere esistenti nei nostri fiumi e svilupperà strumenti (protocolli di rilevamento e valutazione degli impatti) per creare una gestione integrata delle barriere, avvalendosi di scoperte all’avanguardia nell’utilizzo di Dna ambientale, droni e procedure di valutazione dei servizi ecosistemici e coinvolgendo i cittadini tramite citizen science, al fine di mappare la distribuzione delle barriere e valutare il loro effetto sugli organismi di acque correnti.

I cittadini europei saranno inoltre coinvolti con l’utilizzo di una App per smartphone con la quale poter segnalare la presenza di barriere lungo i fiumi e rilevare alcune caratteristiche base utili per il monitoraggio in modo da mappare le barriere e dare una prima valutazione degli impatti sull’ecosistema.

Quasi tutti i principali fiumi europei sono attualmente disconnessi dal mare: indietreggiamento delle linee di costa, ingresso del cuneo salino, scarsità di acqua nelle pianure per usi agricoli, sono alcuni degli esempi delle conseguenze della presenza delle barriere. Ma la frammentazione del paesaggio fluviale è anche una delle cause principali delle cattive condizioni in cui si trovano gli ecosistemi di acque correnti, impedendo per esempio la migrazione dei pesci.

Alcune specie ittiche migratorie per eccellenza, come il salmone o l’anguilla, sono in alcuni casi completamente scomparse dai fiumi europei. Il progetto Amber proporrà soluzioni al problema della connettività fluviale rivolte a numerosi soggetti, incluse le compagnie per l’energia elettrica, per la fornitura di acqua, Ong, autorità locali e comunità di pescatori. L’obiettivo sarà raggiunto cercando di massimizzare i benefici che la nostra società trae dall’utilizzo della risorsa idrica riducendo allo stesso tempo gli impatti ambientali.

Il gruppo di ricerca Natural Resources Management del professor Andrea Castelletti del Dipartimento di Elettronica, Informazione e Bioingegneria del Politecnico di Milano partecipa al progetto coordinando, insieme al Joint Research Centre, la costruzione dell’atlante delle barriere e la sua validazione su campo a scala europea. I ricercatori del Deib contribuiscono anche allo sviluppo di modelli per il monitoraggio della connettività dei sedimenti a scala di bacino, avvalendosi anche di droni per la raccolta dati utili alla calibrazione dei modelli.

Il progetto, che ha ricevuto un finanziamento di circa 6 milioni di euro dalla Comunità Europea nell’ambito del Programma Horizon 2020, avrà una durata di quattro anni e si concluderà nel 2020.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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