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Clima e specie aliene, global warming riduce resilienza habitat

Roma, 17 nov. (AdnKronos) – Sono tra le principali minacce alla biodiversità. Si tratta delle specie aliene il cui numero in Europa è cresciuto del 76% negli ultimi 30 anni con danni stimati in oltre 12 miliardi di euro ogni anno. E a facilitare la loro diffusione, oltre all’introduzione (consapevolmente o meno) da parte dell’uomo, […]

Di Redazione |

Roma, 17 nov. (AdnKronos) – Sono tra le principali minacce alla biodiversità. Si tratta delle specie aliene il cui numero in Europa è cresciuto del 76% negli ultimi 30 anni con danni stimati in oltre 12 miliardi di euro ogni anno. E a facilitare la loro diffusione, oltre all’introduzione (consapevolmente o meno) da parte dell’uomo, ci sono anche i cambiamenti climatici che diminuiscono la resilienza degli habitat naturali.

Gli effetti più gravi della diffusione di specie aliene invasive possono essere di vario tipo: dall’estinzione di specie autoctone all’alterazione della composizione delle specie presenti in una certa area, dalla degradazione totale degli habitat che occupano alla modifica delle dinamiche di erosione del suolo. Ma alcune specie aliene possono anche provocare notevoli impatti sanitari a causa della trasmissione di allergie o malattie, sia all’uomo che alle altre specie animali e vegetali.

In Italia sono presenti più di 3000 specie aliene, introdotte a volte volontariamente a volte accidentalmente dall’uomo, di cui oltre il 15% invasive, ovvero tali da causare impatti significativi (Banca Dati Nazionale delle specie alloctone). Per ridurre il tasso di introduzione di specie aliene invasive e mitigare i loro impatti, aumentando la consapevolezza della cittadinanza italiana, è in corso il progetto Life Asap (Alien Species Awareness Program) cofinanziato dalla Commissione Europea e coordinato da Ispra.

“Il crescente numero di specie aliene invasive sta causando enormi impatti non solo all’ambiente, ma anche alla nostra salute, e i cambiamenti climatici in atto possono determinare un ulteriore aggravamento di questo fenomeno – spiega Stefano Laporta, presidente dell’Ispra – Sono infatti oltre 100 le specie invasive che possono causare impatti sanitari sull’uomo. È essenziale che nelle politiche di mitigazione degli effetti dei cambiamenti climatici si prevedano anche misure di prevenzione e controllo delle specie invasive”.

Il problema è particolarmente evidente anche negli ambienti marini. Ad oggi nel Mediterraneo è stata documentata la presenza di oltre 840 specie alloctone, un numero di gran lunga superiore a quello di tutti i mari europei, e le previsioni per il futuro non sono rassicuranti. L’insediamento di specie marine di origine tropicale viene oggi favorito dall’aumento di temperature e salinità del Mediterraneo. Grazie al progetto Mpa-Adapt, di cui Ispra è partner, diversi Paesi europei stanno lavorando affinché questa problematica venga considerata seriamente nei piani di gestione delle Aree Marine Protette mediterranee.

“Animali e piante alieni possono espandersi rapidamente a latitudini e altitudini più elevate a causa dell’aumento delle temperature e l’impatto delle specie aliene invasive viene aggravato dal clima che cambia – ha dichiarato la presidente nazionale di Legambiente Rossella Muroni – Per questo è fondamentale che il tema degli alieni giunga anche alla conferenza in corso a Bonn, perché le politiche sui cambiamenti climatici devono tener conto dei legami tra questi temi, includendo la prevenzione e il monitoraggio delle specie aliene, per programmare interventi che possano mitigare anche questa minaccia”.

Gli eventi climatici estremi dovuti ai cambiamenti climatici, come gli uragani, le inondazioni e le siccità, infatti, possono facilitare l’introduzione delle specie aliene invasive in nuove aree e ridurre la resistenza degli habitat alle invasioni. Ad esempio i nuovi passaggi di trasporto artici dovuti alla fusione dei ghiacci ridurranno notevolmente il tempo impiegato dalle navi per viaggiare dall’Asia all’Europa, aumentando le possibilità di sopravvivenza delle specie aliene provenienti dall’Asia. La diffusione di piante e animali alloctoni oltre a causare danni economici legati soprattutto all’agricoltura, al turismo, alla pesca e alla perdita di biodiversità, può determinare anche gravi impatti sulla salute delle specie autoctone e delle persone che entrino in contatto con loro.

È il caso della nota Zanzara tigre, segnalata in Italia dal 1990 e ormai diffusa in tutte le Regioni, che oltre a diffondere la chikunguya, può trasmettere diverse malattie tra cui la febbre del Nilo e la febbre gialla; la Testuggine dalle guance rosse, diffusa in molti laghetti delle città italiane, è un potenziale vettore della salmonellosi (tanto che negli Usa il commercio dei piccoli di testuggine è vietato dagli anni ’70).

Tra le specie marine più invasive che hanno recentemente raggiunto i mari italiani c’è il famigerato pesce palla maculato specie altamente tossica al consumo e potenzialmente mortale segnalato prima in Sicilia e poi in Calabria e Adriatico. Anche le piante possono risultare estremamente pericolose per la salute. Ad esempio l’introduzione dell’Ambrosia, una pianta erbacea di origine nordamericana, causa rilevantissimi impatti sanitari per l’elevato effetto allergenico; il 10-20% delle persone con allergia al polline sono sensibili a questa pianta, con rilevantissimi impatti anche economici.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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