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Biocombustibili di seconda generazione per i trasporti del futuro

Roma, 24 lug. – (AdnKronos) – Sviluppare un nuovo processo per la produzione di dimetiletere (Dme) da biomassa di seconda generazione, cioè biomassa legnosa, residui agricoli o rifiuti, quindi biomassa non in competizione con il mercato alimentare. E’ l’obiettivo del progetto Horizon 2020 Fledged (FLExible Dimethyl ether production from biomass Gasification with sorption enhancED processes), […]

Di Redazione |

Roma, 24 lug. – (AdnKronos) – Sviluppare un nuovo processo per la produzione di dimetiletere (Dme) da biomassa di seconda generazione, cioè biomassa legnosa, residui agricoli o rifiuti, quindi biomassa non in competizione con il mercato alimentare. E’ l’obiettivo del progetto Horizon 2020 Fledged (FLExible Dimethyl ether production from biomass Gasification with sorption enhancED processes), coordinato dal Politecnico di Milano.

Il Dme, che ha proprietà fisiche simili al Gpl, è un combustibile molto promettente per il settore dei trasporti ed è oggetto di sperimentazioni da parte di importanti costruttori nell’utilizzo finale su automobili e veicoli pesanti. Il Dme può essere utilizzato nei motori diesel esistenti con minime modifiche, in modo efficiente e senza emissioni di particolato. La riduzione delle emissioni di Co2 dal settore dei trasporti è un obiettivo chiave delle politiche di sviluppo dell’Unione Europea.

Una sempre maggiore diffusione di combustibili di origine biologica è una delle vie più promettenti per raggiungere questo obiettivo, soprattutto nel breve-medio termine grazie ad alcuni vantaggi rispetto a sistemi alternativi (quali ad esempio la mobilità elettrica o ad idrogeno). Infatti, l’utilizzo di biocombustibili consente di sfruttare l’infrastruttura esistente per il trasporto e lo stoccaggio del combustibile e non richiede modifiche, se non minime, alle autovetture già presenti sul mercato.

Il progetto Fledged, iniziato a novembre 2016, riunisce un gruppo di lavoro internazionale a cui partecipano tre università, tre centri di ricerca e quattro aziende di sette nazioni europee (Italia, Olanda, Spagna, Germania, Finlandia, Francia e Svizzera) coordinati dal Politecnico di Milano. “L’obiettivo – spiega Matteo Romano, coordinatore del progetto -è quello di dimostrare in laboratorio le due tecnologie chiave di questo innovativo processo di conversione della biomassa in Dme, in modo da porre le basi per la successiva dimostrazione in un impianto pilota completo”.

“Le tecnologie innovative oggetto della ricerca sono il processo di gassificazione (cioè la conversione della biomassa solida in un gas) e il processo di sintesi del Dme dal gas prodotto. Entrambi – sottolinea Romano – consentono di ottenere un processo globalmente più semplice e compatto, più economico rispetto a quelli tradizionali, adatto sia ad impianti di grande taglia, sia ad impianti di media-piccola taglia”.

Il progetto, della durata di quattro anni, è finanziato dal programma Horizon 2020 dell’Unione Europea.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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