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Liliana Segre e il diario di Sarano

Di Redazione |

ROMA, 22 GEN – “Come faccio io a immaginare i giusti di quel tempo in cui io a tredici anni ho conosciuto solo gli ingiusti?”: la senatrice a vita Liliana Segre, 88 anni, conosce bene Alfredo Sarano, le cui memorie inedite, custodite dalle figlie Matilde, Vittoria e Miriam per oltre 70 anni, sono pubblicate in Siamo Qui Siamo Vivi, con la sua prefazione, da edizioni San Paolo per il Giorno della Memoria. La Segre, milanese, internata ad Auschwitz, fu tra gli appena 25 bambini sopravvissuti. Tornata nella sua città, ritrovò Sarano nella sede di Via Unione, “ad organizzare, confortare tutte quelle persone che cercano affannosamente i loro congiunti scomparsi nel nulla del feroce genocidio. Io ero là per giorni e giorni al mio ritorno miracoloso, davo notizie tragiche, toglievo speranze”, scrive. A salvare i Sarano furono a Pesaro dei marchigiani cristiani che aiutarono senza nulla in cambio. E come in una favola, c’è di mezzo anche un giovane soldato cattolico della Baviera che scelse di non deportare gli ebrei.

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