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Intervista con Nek: «La Sicilia mi elettrizza non vedo l’ora di salire sul palco a Palermo e Taormina»

Di Salvo Pistoia |

PALERMO – Ad Agrigento, la prima volta che ci si è incrociati. Credo fosse l’estate del 1992 ,stagione bollente sotto vari aspetti. Falcone e Borsellino, la conclamata crisi del sistema Italia, Mario Chiesa, le tangenti. Il Bel Paese non si smentiva per nulla. La scenografia naturale della Valle dei Templi vide una kermesse televisiva in diretta su Rai1. L’allora patron del festival di Sanremo, Adriano Aragozzini, escogito ‘il carrozzone del “Canzoniere dell’estate”. Anch’io tra l’esercito di cantanti, piu’o meno stagionati e la gente incuriosita ‘da tanta spettacolarita’, la Parietti che conduceva, Renzo Arbore all’esordio con l’avventura dell’Orchestra Italiana, Lorenzo Jovanotti all’inizio della sua seconda carriera di rapper, Mingardi con figliola a dipingere, Al Bano eRomina inseguiti dal nazionalpopolare, Julio Iglesias inginocchiato per baciare la terra di Pirandello e alcuni ragazzi intenti a farsi notare. Tra questi un certo tal Nek, con un’aspetto garbato, quasi da crooner, defilato quasi intimorito. Quando ripercorriamo quei momenti, sorridiamo e allo stesso tempo Filippo Neviani (questo nome e cognome all’anagrafe) mi gratifica ricordando l’interesse in tempi non sospetti verso il suo comporre canzoni.

A scriverla senza filtro, in procinto del Sanremo di “Laura non c’è“, nacque la circostanza di incontrarsi, verificando quanto sarebbe maturato. Con la stessa sincerità, il rivedersi di qualche giorno fa ,in occasione della pubblicazione di Unici ,l’album che completa il percorso iniziato quasi due anni fa, con Prima di parlare, è stato l’incontro tra due persone che essenzialmente si stimano sotto il profilo umano, oltre quello artistico.

Mi racconti questi ultimi due anni…

«Con queste nuove canzoni chiudo un capitolo diviso in due parti, iniziato con “Prima di Parlare”, la partecipazione a Sanremo e la fortunata lettura di “Se telefonando”, classico della canzone italiana…»

Questa parte di vita musicale è iniziata tre anni fa…

«Si… la pubblicazione di Filippo Neviani, un disco autobiografico ,nato quasi in concomitanza con la scomparsa di mio padre. Lo ritengo un album dove ho maturato aspetti del quotidiano, della vita che ti mette continuamente e quando meno te lo aspetti, alla prova».

Girando per le varie latitudini del mondo,qual è la sensazione che percepisci, intorno all’attuale momento della realtà italiana…

«Il momento non è tra i migliori espressi dalla storia del nostro paese. Non si può pensare eternamente all’Italia con i soliti luoghi comuni, come pizza, spaghetti e mandolino. Anche se alla fine si riconosce che la genialità italiana possa nascere da un volto senza alcuna considerazione o da un’idea che altri ritengono sopita».

Gli umori ogni qualvolta torni in Sicilia…

«Il mio umore, quando arrivo in Sicilia, è assolutamente frizzante. Terra stupenda, che mette di buon umore,amplificando la mia gioia. Bella gente,paesaggi da ricordare,il cibo,la storia,Una delizia assoluta.

Un salto con la memoria: “Il canzoniere dell’estate” una delle prime vetrine televisive da te attraversate

«Tra i ricordi più belli, la valle dei Templi. Quando arrivai in questo luogo, credevo di essere stato catapultato in un’altra epoca, in piu l’emozione del palco. 

Arriverà il momento per un tour dove interpreterai solo cover?

«Un tour solo cover,potrebbe far parte di un progetto specifico, anche se continuo a preferire il mio repertorio riletto in chiave classica o jazz.Una buona idea da tenere presente».

Il tuo invito per gli appuntamenti a Palermo con il concerto di Radio Italia e la tappa di “Unici” tour, nonché al teatro Antico di Taormina…

«Sto bruciando i giorni per incontrare lo sguardo della gente,il contatto,ascoltare le urla, osservare gli spazi vuoti riempirsi, salire sul palco. Sara’una bella sensazione».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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