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Calcio: addio a Giorgio Michelotti, terzino roccioso del Catania di Di Bella

Di Giovanni Finocchiaro |

Per individuare quel ciclo irripetibile, da pionieri del calcio rossazzurro, bastava mandare a memoria un paio di cognomi simbolo: Prenna, Calvanese, Szymniak, Vavassori… Michelotti.

Erano gli Anni Sessanta, il calcio di Carmelo Di Bella e di Marcoccio irretiva le grandi squadre. Il Catania le dava di santa ragione a chiunque, facendo leva su un gruppo di calciatori formidabili e di persone che fuori dal campo erano un esempio.

Giorgio Michelotti era un colosso. Terzino classe 1936, nato a Bengasi, cresciuto nel Viareggio, poi passato al Vicenza, quindi al Como prima di approdare al Catania. Giorgio se n’è andato ieri. La figlia è arrivata in redazione per comunicarcelo. Se ne va un pezzo autentico, roccioso, della storia rossazzurra. Michelotti viveva a Catania. Ogni tanto faceva un salto in tv per commentare la «sua» squadra che aveva anche provato ad allenare nell’81, chiamato da Angelo Massimino (aveva guidato tra gli altri anche Paternò, Riesi, Akragas, Folgore Castelvetrano) ma dopo qualche contrasto con Mazzetti si fece signorilmente da parte.

Il Catania non volle cedere a club titolari il suo terzino guerriero che sapeva marcare Altafini, Sivori, Brighenti, Jair. Era il Catania che nel 1960 irruppe a San Siro e sfidò l’Inter forte di una classifica identica a quella dei nerazzurri. Primi in classifica.

A quei tempi questa impresa fece scalpore, il Catania fu sconfitto sonoramente e Michelotti rilasciò una dichiarazione sincera che fece epoca: «Quando entrammo con Prenna a S.Siro per visionare il terreno di gioco ci colpì fu la maestosità del campo. Sapere che su quel terreno avevano giocato fior di campioni ci aveva messo la tremarella. Quel giorno una serie di autoreti ci tagliò le gambe, il Catania perse la possibilità di chiudere il girone d’andata in testa alla classifica».

Quando ci si incontrava allo stadio o dietro le quinte delle trasmissioni a cui partecipava (o quando lo incrociavamo al Comune dove lavorava), Michelotti preferiva parlare non dell’Inter edizione 1960, ma del fascino dei derby sostenuti contro Palermo e Messina.

A Catania, Michelotti era perfettamente inserito nel tessuto sociale di una città che lo amava e lo rispettava. Aveva anche aperto un’attività commerciale legata allo sport, seguiva il calcio da appassionato senza pontificare, ma con garbo.

Il Catania in occasione del match interno con il Fondi, osserverà un minuto di silenzio per ricordare il terzino di ferro. I funerali di Giorgio Michelotti, 81 anni, si svolgeranno oggi alle 17 nella chiesa di Cristo Re. Un abbraccio fortissimo dalla figlia Alessia e alle nipoti da parte della nostra redazione.

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