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Dal barcone al primo gol siciliano, Samana ha coronato il suo sogno

Di Andrea Cataldo |

Samana Badje, autore di quel gol, è un ragazzo nato nel 1999 in Gambia, a Sanchaba. Nel 2016 decide di lasciare la famiglia, il suo paese, per rincorrere il suo sogno, andare in Europa e giocare al calcio. Approda su un barcone al porto di Catania a settembre del 2016. Per questo ragazzo africano, allora minorenne, il primo approccio con l’Europa è la Sicilia. Samana insieme ad altri ragazzi viene trasferito in una struttura d’accoglienza, il “Cirino La Rosa” di San Giorgio, qui incontra quello che sarà il suo angelo custode, Rosanna Di Guardo che gli farà da tutor negli anni a seguire. Da subito Samana mostra grandi qualità calcistiche e si diletta a giocare con gli amici della comunità per poi disputare alcuni tornei salesiani. Non parla molto l’italiano, così a raccontare i suoi primi mesi in Italia è Rosanna. «Sin da subito si era dimostrato volenteroso, sempre disponibile con tutti e propositivo nei lavori quotidiani». Samana in comunità è sempre molto vivace e non si ferma mai. Se c’è da completare un lavoro di giardinaggio, lui si propone. Intanto continua a giocare a calcio, nutrendo il suo sogno, che è «diventare un campione come Samuel Eto’o, o Andrea Pirlo», racconta lui stesso con un filo di voce. Ama il calcio europeo e in particolare quello italiano e spagnolo. «Si vede che ha un obiettivo e vuole raggiungerlo a tutti i costi» ci dice Rosanna. Con il passare delle settimane Samana ottiene il permesso di soggiorno per diritti umanitari che lo regolarizza in Italia per due anni, e poi qualche mese fa, un avvenimento che gli cambia la vita.

Rosanna capisce che Samana deve essere proposto a un club calcistico, ma ogni volta che lo porta sui campi, per un motivo o per un altro, nessuno trova il tempo per vederlo all’opera. Finché una sera… l’illuminazione. Samana sta cenando in compagnia di molti suoi compagni della comunità, e Rosanna decide di interpellare Giuseppe Viscuso, ex calciatore, in passato anche dirigente di numerose società calcistiche siciliane. Viscuso adesso è anche titolare di un noto ristorante catanese, e decide di dare una chance a Samana.

Lo accompagna al campo Paratore di Catania, dove si sta allenando la squadra juniores del Catania San Pio X e l’allenatore Alfio Rubino decide di vedere all’opera questo timido ragazzo africano. Serve poco a Rubino per capire che la stoffa c’è e decide di tesserarlo. Servono documenti specifici, così passano alcune settimane. Finché la documentazione è pronta e Samana può esordire con la juniores. «In due gare fece 7 gol – ci dice il suo allenatore, Rubino – non avevo mai visto una cosa del genere». Samana va veloce, e così brucia le tappe.

Lo nota l’allenatore della prima squadra Saro De Cento. Decide di portarlo con se, e inizia a impiegarlo nel campionato di Eccellenza. Sono spezzoni di gare, ma per un 1999, può bastare. Fino a sabato scorso, quando decide di farlo entrare nel secondo tempo contro il Pistunina. L’attaccante, che i compagni chiamano «Sagnà» impiega poco tempo per brillare. Dieci minuti dopo il suo ingresso, accompagna l’azione dei suoi compagni, e quando il portiere avversario respinge la palla, è il primo a fiondarsi sulla sfera e fare l’1-0. Inizia a correre per la gioia, Samana, mentre tutti i suoi compagni lo rincorrono. E’ un fitto e lungo abbraccio collettivo. Un gol speciale che può voler dire tanto.

Samana è felice, sa di aver compiuto il primo passo verso il raggiungimento del suo sogno. Ma lui guarda già avanti e pensa in grande. Vuole restare in Europa e giocare al calcio. Nient’altro. Adesso che Samana è maggiorenne vive in uno Sprar a Catania, e divide casa con altri 10 ragazzi. Non parla bene l’italiano, ma qualcosa ci dice. «Ho lasciato la famiglia, avevo problemi». Che genere di problemi, chiediamo. Lui non risponde, abbassa la testa, non vuole parlarne. Rosanna ci fa capire che sono situazioni delicate, e allora cambiamo discorso.

Adesso “Sagnà” frequenta le scuole medie alla Cavour e di pomeriggio ha iniziato un tirocinio formativo al ristornate Bistrot Uzeta di Catania. Il permesso di soggiorno gli scadrà nel 2020, dopo, dovrà dimostrare di aver trovato la sua strada e di poter badare a se stesso. Intanto c’è Rosanna ad aiutarlo, e la sua nuova famiglia, i compagni della San Pio X.

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