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#WikiTIM, nuove voci di Wikipedia inserite dagli universitari catanesi

Il progetto che ha coinvolto cinque atenei in tutta Italia si conclude mercoledì 20 dicembre a Catania. Appuntamento al Dipartimento di Scienze Umanistiche alle ore 12. Otto le voci di Wikipedia revisionate o inserite ex novo

Di Gianluca Reale |

Approda a Catania, per la tappa conclusiva, il roadshow “inventato” da TIM e Wikipedia per la diffusione della cultura digitale. L’azienda di telecomunicazioni e Wikimedia Italia, infatti, hanno ideato #WikiTIM, un progetto per contribuire alla scrittura di voci corrette su cultura e tecnologia digitale portato avanti con alcune università italiane: Urbino, Politecnico di Milano, Luiss di Roma, Federico II di Napoli e Catania.

E proprio a Catania, mercoledì 20 dicembre alle ore 12 al Dipartimento di Scienze Umanistiche, si terrà l’ultima tappa del progetto con la pubblicazione delle nuove voci tecnologiche grazie al contributo di studenti e docenti che hanno partecipato all’iniziativa. Le voci sono arricchite da immagini inedite dell’archivio storico TIM di Torino, rese disponibili in rete.

«Con i “miei” studenti del corso di Sociologia dei processi culturali e comunicativi abbiamo deciso di aderire al progetto e lavorare sul tema delle fake news – racconta il professore Davide Bennato, docente del dipartimento di Scienze umanistiche etneo -. Abbiamo cominciato a lavorare a ottobre selezionando alcune voci come “fake news”, “bufala”, “disinformazione”, “faziosità” per riscriverle o aggiungerle a seconda che fossero già presenti o meno su Wikipedia italiana». Bennato e i suoi collaboratori hanno curato la supervisione scientifica sui contenuti, mentre dal punto di vista tecnico il lavoro è stato coordinato da Fabio Rinnone di Wilkimedia Italia. Le sessioni di lavoro sono durate complessivamente 22 ore, suddivise in diversi incontri nei quali gli studenti hanno imparato come inserire le voci dentro Wikipedia, come fare ricerche e verifiche. Al momento tutte le voci nuove o revisionate si trova dentro una friendbox di Wikipedia, una sezione riservata, ma da mercoledì saranno inserite ufficialmente sulla più nota enciclopedia on line.

«Abbiamo lavorato complessivamente su 8 voci. Cinque erano già presenti su Wikipedia Italia e su queste abbiamo fatto una sorta di lavoro di “giardinaggio”, facendo approfondimenti e editing formale – aggiunge Bennato -. Tre, invece, sono le voci nuove che abbiamo inserito: una è “faziosità”; la seconda è “

«Con i “miei” studenti del corso di Sociologia dei processi culturali e comunicativi abbiamo deciso di aderire al progetto e lavorare sul tema delle fake news – racconta il professore Davide Bennato, docente del dipartimento di Scienze umanistiche etneo -. Abbiamo cominciato a lavorare a ottobre selezionando alcune voci come “fake news”, “bufala”, “disinformazione”, “faziosità” per riscriverle o aggiungerle a seconda che fossero già presenti o meno su Wikipedia italiana». Bennato e i suoi collaboratori hanno curato la supervisione scientifica sui contenuti, mentre dal punto di vista tecnico il lavoro è stato coordinato da Fabio Rinnone di Wilkimedia Italia. Le sessioni di lavoro sono durate complessivamente 22 ore, suddivise in diversi incontri nei quali gli studenti hanno imparato come inserire le voci dentro Wikipedia, come fare ricerche e verifiche. Al momento tutte le voci nuove o revisionate si trova dentro una friendbox di Wikipedia, una sezione riservata, ma da mercoledì saranno inserite ufficialmente sulla più nota enciclopedia on line.

«Abbiamo lavorato complessivamente su 8 voci. Cinque erano già presenti su Wikipedia Italia e su queste abbiamo fatto una sorta di lavoro di “giardinaggio”, facendo approfondimenti e editing formale – aggiunge Bennato -. Tre, invece, sono le voci nuove che abbiamo inserito: una è “faziosità”; la seconda è “David Puente” ovvero la biografia di questo personaggio che si occupa di smontare le “bufale”; la terza è “la grande bufala della borsa valori del 1814”: abbiamo tradotto una voce della Wiki inglese che racconta della finta notizia della morte di Napoleone Bonaparte che gettò nel panico la borsa di Londra».

Sul progetto, un primato tutto di Catania è quello della partecipazione. «Da una base di 120 studenti del corso, hanno lavorato sistematicamente al progetto una quarantina di loro ed è la prima volta che nel progetto #WikiTIM sono state coinvolte così tante persone», rivela Bennato che ha «fuso il progetto con il corso di studi di quest’anno. Dal mio punto di vista, però, lo scopo è continuare la collaborazione con Wikipedia. Per i ragazzi è una competenza importante anche in vista del mercato del lavoro: sapere selezionare le fonti e saper rendere gli argomenti in maniera enciclopedica è una capacità assolutamente spendibile in ambito professionale».

Sul progetto, un primato tutto di Catania è quello della partecipazione. «Da una base di 120 studenti del corso, hanno lavorato sistematicamente al progetto una quarantina di loro ed è la prima volta che nel progetto #WikiTIM sono state coinvolte così tante persone», rivela Bennato che ha «fuso il progetto con il corso di studi di quest’anno. Dal mio punto di vista, però, lo scopo è continuare la collaborazione con Wikipedia. Per i ragazzi è una competenza importante anche in vista del mercato del lavoro: sapere selezionare le fonti e saper rendere gli argomenti in maniera enciclopedica è una capacità assolutamente spendibile in ambito professionale».

All’appuntamento di mercoledì prenderanno parte Fabio Rinnone di Wikimedia Italia, Massimo Mantellini, blogger e direttore editoriale del web magazine TIM “Le Macchine Volanti”; il professore Davide Bennato, gli studenti e i docenti del dipartimento di Scienze umanistiche protagonisti dell’Edit-a-thon (la piccola maratona di pubblicazione delle nuove voci), Paolo Artuso, responsabile del progetto #WikiTIM. Poi sarà tutto on line.

Con le voci ideate e migliorate dagli studenti etnei e quelle su cui si sono cimentati i loro “colleghi” delle altre parti d’Italia Wikipedia nasce sì dagli utenti, ma con l’autorevolezza di un percorso scientifico.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA