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Da diari di Duras La douleur dell’attesa

Di Redazione |

(ANSA) BARI 26 APR – È difficile mettere mano a un testo di Marguerite Duras, pieno d’atmosfere intime e parole alte come La Douleur, e farne un film omonimo come quello di Emmanuel Finkiel passato ieri sera al Festival di Bari. Difficile distaccarsi dal testo dell’autrice, derivato da un suo diario, che racconta come nel giugno 1944, nella Francia sotto l’occupazione tedesca, lo scrittore Robert Antelme, maggior rappresentante della Resistenza e marito della scrittrice, venga arrestato e deportato. La sua sposa, Marguerite Duras (Melanie Thierry) è presa subito dall’angoscia di non avere sue notizie e soprattutto dal senso di colpa per la relazione segreta con il suo amico Dyonis (Benjamin Biolay). Pronta a tutto per di sapere qualcosa di Robert, la donna si lascia coinvolgere poi in una relazione ambigua con un affascinante agente francese della Gestapo, Rabier ( Benoît Magimel ) l’unico a poterla davvero aiutare. Cosa che crea legittimi sospetti da parte della Resistenza francese a cui la Duras aderiva.

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