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Trapani, tangenti per il trasporto marittimo: arrestati candidato a sindaco Fazio e armatore Morace

Di redazione |

PALERMO – Tra gli arrestati dai Carabinieri, in un’operazione anticorruzione coordinata dalla Procura di Palermo, c’è anche il deputato regionale Girolamo Fazio, ex esponente di Forza Italia, ora al Gruppo misto all’Ars. Fazio è candidato a sindaco di Trapani alle prossime amministrative. Ieri un altro candidato, il senatore di Fi Antonio D’Alì, processato per concorso in associazione mafiosa, aveva annunciato la sospensione della campagna dopo aver saputo che la Dda aveva chiesto per lui il soggiorno obbligato. Tra gli indagati anche il sottosegretario alle Infrastrutture Simona Vicari e l’ex deputato regionale Marianna Caronia, candidata al consiglio comunale di Palermo. Avrebbe ottenuto da Morace, tramite l’intercessione di Montalto, una liquidazione superiore a quello che le spettava dopo la fine del rapporto con «Siremar s.p.a.» , società acquistata dall’armatore.

Fazio è stato sindaco di Trapani fino al 2012. E’ un imprenditore del settore vinicolo. Ex alleato del senatore Antonio D’Alì, ora suo concorrente alle prossime amministrative, ha poi lasciato Forza Italia. L’inchiesta ruoterebbe attorno a tangenti su fondi per il trasporto marittimo. La famiglia Morace, da sempre vicina a Fazio, gestiva la compagnia di traghetti Ustica Lines da cui è nata la Liberty Lines che collega Trapani alle isole minori.  Ad essere finiti in manette, l’armatore Ettore Morace, figlio del patron del Trapani calcio Vittorio, entrambi proprietari della compagnia di traghetti Liberty lines e il funzionario della Regione siciliana Giuseppe Montalto. 

E attraverso i favori di Montalto e di Fazio, l’armatore Ettore Morace avrebbe ottenuto «bandi su misura» per i collegamenti tra la Sicilia e le isole minori potendo contare su finanziamenti regionali gonfiati rispetto alle esigenze reali. Sia Fazio definito dal gip “stabilmente asservito a Morace”, che l’armatore, sono stati arrestati per corruzione. In cambio il deputato e il funzionario ricevevano assunzioni di persone da loro segnalate nelle imprese di Morace, e Fazio anche l’uso di una Mercedes e biglietti navali.

Secondo gli inquirenti, il funzionario regionale arrestato avrebbe bloccato poi, in cambio di soldi, la nomina di un consulente regionale sgradito a Morace. Infine Morace avrebbe assunto la figlia di un sottufficiale dell’Arma in servizio a Perugia che raccoglieva informazioni in danno del suo ex concorrente storico, il messinese Franza. Anche il carabiniere è indagato. Il dossier doveva finire in Procura e poi essere inviato per competenza a Palermo così da indurre i pm ad aprire una inchiesta. 

La moglie del patron della compagnia, Vittorio Morace, padre dell’arrestato è nella lista degli assessori designati da Fazio.

Ettore Morace, 54 anni, è figlio della prima moglie del patron del Trapani Calcio, Vittorio, e dalla fine del 2015 – quando il padre ha deciso di trasferirsi per buona parte dell’anno in Spagna – è a capo della Liberty Lines, società di trasporti marittimi che assicura oltre il 90% delle tratte in Sicilia. Questa sorta di monopolio, spinse Davide Mattiello, componente della Commissione parlamentare antimafia, a presentare un’interrogazione al governo rimasta ancora senza risposta. Del gruppo Liberty fa parte la famiglia degli armatori Franza di Messina. La società Ustica Lines è balzata agli onori della cronaca un paio di anni addietro quando Vittorio Morace fermò i traghetti e minacciò di licenziare i dipendenti, perché, a seguito di un contenzioso contrattuale con la Regione, l’Ente non aveva elargito i contributi. Nell’aprile scorso il gup di Trapani ha rinviato a giudizio il patron dell’Ustica Lines, Vittorio Morace, derubricando l’accusa contestata dalla Procura di interruzione di pubblico servizio, da aggravata a semplice. Già due anni fa, prima del passaggio delle consegne da Vittorio ed Ettore Morace, la Procura di Palermo stava indagando sulla società perché godeva di un aggio superiore alle aziende concorrenti. E da quelle indagini emerse che alcuni funzionari della Regione avevano avuto dei parenti assunti in seno alla Ustica Lines. 

LE INTERCETTAZIONI: VIDEO

Morace, inoltre entrando in contatto con un politico nazionale, tramite un altro politico, ottenne l’approvazione di un emendamento che riduceva dal 10 al 4 per cento l’Iva sui trasporti marittimi urbani. Sia il politico, che il tramite, che hanno ricevuto in cambio due rolex, sono indagati e hanno ricevuto un avviso di garanzia. L’operazione ha creato un ammanco di 7 mln nelle casse dello Stato. Uno dei Rolex è stato restituito dal beneficiario del regalo durante la perquisizione. 

Dalle indagini viene anche fuori che Morace avrebbe cercato di ottenere un intervento presso il Consiglio di giustizia amministrativa (Cga) per la regione siciliana per ottenere il ribaltamento della sentenza del Tar del 21 febbraio 2017 con il quale era stato rigettato il ricorso presentato dalla sua compagnia di navigazione, la Liberty Lines, contro l’annullamento della gara d’appalto per i trasporti su navi veloci per il 2016. L’annullamento era stato stabilito dalla Regione siciliana, a causa delle sovracompensazioni illecite ottenute da Morace. Di fatto, con la decisione del Tar, la compagnia di navigazione aveva perso 24 milioni di euro.  

Giuseppe Montalto, 46 anni, coordinatore della segreteria particolare dell’assessore regionale alle Infrastrutture Giovanni Pistorio, è invece anche titolare di un’agenzia pubblicitaria che ha sede a Palermo, la “Dorian Gray – Comunicazione integrata”, che ha lavorato in vari progetti con la Regione, tra i quali l’inaugurazione del museo di Aidone dove è esposta la Venere di Morgantina. Montalto, posto ai domiciliari, in assessorato aveva svolto lo stesso ruolo, dal novembre 2014, con il precedente assessore Giovanni Pizzo; è un esterno all’amministrazione regionale e il suo è un incarico fiduciario. L’assessorato alle Infrastrutture è l’ente che ha bandito le gare sul trasporto marittimo con le isole minori. 

«Non ci sono eroi c’è gente che fa il proprio dovere. C’è una procedura del servizio che ha permesso di accertare che le gare per i collegamenti marittimi erano sovradimensionate. Io e il responsabile del procedimento Dorotea Piazza abbiamo dato chiarimenti ai carabinieri che indagavano spiegazioni». Lo dice il dirigente regionale del settore Trasporti Fulvio Bellomo che ha collaborato all’inchiesta per corruzione che oggi ha portato agli arresti di Morace, Montalto e Fazio. «Con il governo Crocetta abbiamo ridotto i costi. Dal 2014 al 2017 abbiamo ridotto di 30 milioni di euro i fondi sul marittimo – aggiunge – Si è passati da 91 milioni nel 2013 ai 67 del 2017». «Tutti sapevano che la gara vinta da Morace era sovradimensionata. Tanto che abbiamo anche vinto un ricorso al Tar. Oggi è scoppiata la bomba – conclude – Una cosa del genere in questi termini non me l’aspettavo, ma venendo a prendere le carte gli investigatori si sono accorti che qualcosa non funzionava. Una volta in una riunione pubblica il deputato Girolamo Fazio mi ha detto che io e la dirigente Piazza l’avremmo pagata alla Corte dei Conti».

«Mi sono già espresso sulla mia posizione, con un comunicato», in merito ai nuovi accadimenti giudiziari, «non voglio dire nulla», ha dichiarato all’Ansa (Agenzia nazionale stampa associata) il senatore Antonio D’Alì, candidato a sindaco di Trapani, dopo l’arresto di Fazio.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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