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Mafia, sequestrati beni per 1,2 milioni a imprenditore di Marsala

Di Redazione |

TRAPANI I Carabinieri del Ros e quelli del Comando provinciale di Trapani hanno sequestrato beni per un valore di 1,2 milioni di euro riconducibili all’imprenditore Michele Giacalone, indicato come appartenente alla famiglia mafiosa di Marsala. L’indagato è stato arrestato nel maggio scorso, nell’ambito dell’indagine Visir, per partecipazione ad associazione mafiosa ed estorsione aggravata dal metodo mafioso.

Il provvedimento, che è stato richiesto dalla Procura Distrettuale di Palermo e si fonda sulle emergenze investigative provenienti dalle attività condotte dal Ros, è sorretto dagli esiti dell’indagine Visir svolta dal Reparto Anticrimine di Palermo in direzione del mandamento di Mazara del Vallo e della sua pericolosa articolazione territoriale rappresentata dalla famiglia mafiosa di Marsala, capeggiata dall’uomo d’onore Vito Vincenzo Rallo e operante secondo le espresse direttive del boss latitante Matteo Messina Denaro.

Le indagini sulla cosca mafiosa marsalese hanno documentato gli assetti di vertice ed i delitti perpetrati dalla famiglia lilibetana, fornendo importanti elementi sul suo collocamento baricentrico nelle relazioni criminali tra le province di Trapani e Palermo, nonchè rilevanti riscontri sulla costante operatività e periodica presenza in territorio trapanese del latitante. In tale contesto sarebbe emerso il ruolo di Michele Giacalone, indicato come referente imprenditoriale dell’attuale capo famiglia Vito Vincenzo Rallo, fratello di Antonino.

Giacalone, secondo gli investigatori, avrebbe messo a diposizione della cosca gli immobili della propria società per gli incontri riservati degli associati, contribuendo anche al sostentamento degli affiliati detenuti e della famiglia Rallo. Inoltre, attraverso il continuo scambio di comunicazioni con gli altri affiliati e la partecipazione a riunioni mafiose del clan marsalese con esponenti delle altre famiglie trapanesi, avrebbe assunto il compito di responsabile della raccolta dei profitti delle attività illecite e della relativa distribuzione, perpetrando, in forza del vincolo associativo, attività estorsive in direzione di altri imprenditori del settore edile.

Il valore dei beni oggetto di sequestro, che comprendono un bene immobile, disponibilità finanziarie, tre mezzi d’opera, una società e relativi beni strumentali, è pari a circa 1,2 milioni di euro. I carabinieri, nell’ambito dell’indagine Visir, hanno dato esecuzione al fermo di indiziato di delitto emesso dalla Procura Distrettuale Antimafia di Palermo nei confronti di 14 persone indagate per associazione di tipo mafioso, estorsione, ricettazione, detenzione illegale di armi e munizionamento, con l’aggravante del metodo e delle finalità mafiose. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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