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Dal 2018 la mattanza dei tonni tornerà in Sicilia

Di Mariza D’Anna |

L’emendamento proposto dalla senatrice trapanese Pamela Orrù è inserito nel Decreto Mezzogiorno. «Tra le sei tonnare fisse italiane è inclusa anche quella di Favignana – dice la senatrice che già nel 2016 aveva presentato due interrogazioni – è un risultato importante che darà di nuovo vita alla tonnara fissa dell’isola, un patrimonio culturale del nostro territorio e un’occasione per creare nuova economia. La tonnara potrà costituire un modello produttivo di economia del mare sostenibile». Cantano vittoria sull’isola dopo che dal 2008 avevano perso il diritto e le reti della cooperativa “la Mattanza”, che aveva in gestione l’impianto, erano rimaste chiuse nella “camparìa”. Il sindaco Pagoto aveva sperato nella continuità: «Dobbiamo fare in modo che sia la prima tonnara ad essere riattivata in collaborazione con le associazioni che si sono battute in questi anni per la pesca sostenibile». Ecco perché in attesa della concessione delle quote aveva optato per la tonnara turistica anche ai fini della ricerca scientifica che prevedeva il monitoraggio e lo studio dei pesci.

Dopo l’assegnazione si dovrà procedere ad un bando pubblico al quale è certo che l’imprenditore Castiglione, per tradizione rimasto sempre interessato, parteciperà. Già l’anno scorso aveva sostenuto la finta mattanza in attesa di poter contare sulle quote e aveva avuto dalla Regione la concessione dello specchio d’acqua davanti all’isola dove poter calare le reti. Fino ad oggi il Ministero, in una politica contestata sull’isola, aveva favorito altri tipi di pesca del tonno: alle tonnare volanti che inseguono i pesci aveva dato il 74%, ai palamiti il 13% e solo una quota dell’8% alle tonnare fisse (che avevano resistito soltanto in Sardegna). Insomma si riteneva, con rammarico, che la tonnara millenaria di Favignana – che nel 1865 aveva pescato oltre 14 mila tonni – dovesse chiudere per sempre con un grave danno per l’occupazione, considerato che nel periodo di attività viene impiegato un centinaio di persone, quando anche gli ambientalisti avevano dato, nel solco della sostenibilità, il loro benestare.

Adesso, invece, ci sono le condizioni affinché nella prossima stagione di pesca – tra maggio e giugno – il rais Salvatore Spadaro, che nel frattempo si è trasformato in guida turistica della tonnara all’ex Stabilimento Florio, possa riprendere il lavoro che gli è sicuramente più gradito.

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