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2 giugno, accordo fatto alla Fenice: Orchestra e Coro registreranno Inno Mameli
Venezia, 20 mag. – Alla fine ha prevalso il buon senso istituzionale. Dopo giorni di tensioni e trattative, è stato raggiunto l’accordo: l’Orchestra e il Coro del Teatro La Fenice di Venezia eseguiranno l’Inno di Mameli in occasione della Festa della Repubblica, il 2 giugno. Il contributo musicale sarà registrato nella scenografica cornice di Palazzo Ducale e trasmesso su RaiUno, subito dopo il Tg1 delle 20 il prossimo 2 giugno.
“La direzione del Teatro ha accettato le nostre richieste e quindi registreremo l’Inno”, ha annunciato all’Adnkronos Marco Trentin, professore d’orchestra della Fenice e segretario provinciale Fials che ha condotto le trattative sindacali.
Il via libera è arrivato a fine mattinata al termine di una riunione urgente delle rappresentanze sindacali interne delle maestranze della Fenice a cui hanno partecipato il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, presidente della Fondazione lirico-sinfonica, e il sovrintendente Nicola Colabianchi insieme allo staff della direzione dell’ente.
“Sono pieno di gioia. L’amore per ciò che si ha dentro alla fine vince sempre. La musica unisce, non disunisce, perché è un linguaggio universale e deve fluire. Al di là degli ostacoli burocratici, sono felicissimo che abbiano trovato l’accordo per far sì che la musica vinca ancora una volta”. A parlare all’Adnkronos è il tenore Vittorio Grigolo.
“Sento la gioia di ritrovarsi in una bellissima città – spiega il tenore, che conferma all’Adnkronos il suo impegno gratuito per l’occasione – che non può e non deve avere un episodio sulle spalle del genere, visto che il nome di questa città è anche La Serenissima. Dovevano per forza trovare un accordo”. Grigolo è dunque pronto ad esibirsi davanti a tutta l’Italia affiancando la sua voce a quelle del Coro della Fenice: “Faccio un grande in bocca al lupo a me stesso, al Coro e all’Orchestra”, dice. Regalando una piccola curiosità: “Nessuno sa che questa famosa frase ‘in bocca al lupo’ nasce proprio a Venezia, quando le navi che firmavano il foglio di via con il carico delle merci e prima di partire lo infilavano nelle bocche di lupo all’entrata della Giudecca. Non potevamo che portare il carico a casa”, chiosa il tenore.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA