Anarchici: Tribunale Sorveglianza Milano rigetta richiesta domiciliari Cospito (2)

Di Redazione / 27 Marzo 2023

Con un provvedimento motivato, i giudici – tenuto conto delle relazioni della Dna e della procura di Torino che evidenziano “l’estrema pericolosità sociale del detenuto in ragione dei suoi collegamenti con l’associazione terroristica denominata Fai/Fri, attualmente ancora operativa” – hanno rigettato l’istanza della difesa, che nulla attiene con il 41 bis ma riguarda esclusivamente la compatibilità delle condizioni di Cospito con il regime carcerario. Il collegio di Milano – composto dalla presidente della Sorveglianza Giovanna Di Rosa, dal magistrato Ornella Anedda e da due esperti, citando espressamente sentenze della Suprema Corte, evidenzia come i domiciliari non possono essere concessi se lo stato di salute viene determinato da comportamenti propri.

“Dagli atti risulta che l’attuale condizione clinica del detenuto Alfredo Cospito è diretta conseguenza dello sciopero della fame che egli sta portando avanti fin dall’ottobre 2022”, una forma di protesta non violenta che lo porta ad assumere solo acqua, sale, zucchero e integratori (di recente questi ultimi rifiutati) per protestare contro il regime speciale del 41 bis. Lo sciopero della fame “è frutto di un ragionamento preordinato e consapevole”, sostengono i giudici. “Da nessun elemento in atti, si trae che la scelta di Cospito di intraprendere e, attualmente, proseguire nello sciopero della fame, possa essere ricondotta a tratti disfunzionali di personalità (sui quali sarebbe altrimenti doveroso indagare) e ciò in quanto dalle relazioni sanitarie in atti e anche all’esito del consulto psichiatrico risulta che il Cospito è lucido, collaborante, non emergono alterazioni della percezione né acuzie psichiatriche in atto ed egli appare consapevole dei rischi connessi alla prosecuzione del regime dietetico”.

Un rifiuto a sospendere lo sciopero della fame – a cui avrebbe rinunciato solo se fossero stati scarcerati “quei quattro vecchi malati” al 41 bis, come manifestato in udienza – con cui esprime “il suo spazio di autodeterminazione, al fine di provocare gli effetti di cambiamento a livello giudiziario, politico e legislativo sopra riportati e dallo stesso auspicati”. Le sue condizioni di salute non si pongono in contrasto “con il senso di umanità”, ma anzi – a dire del tribunale di Sorveglianza – proprio “l’ubicazione nel reparto ospedaliero” del San Paolo consentono “il più attento monitoraggio clinico concepibile” di cui Cospito necessita.

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