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Design: tra arte e food all’insegna del made in Italy, la ricetta anticrisi di Andrea Castrignano
Roma, 6 set. (Labitalia) – Arte, design e food sono mondi che spesso sono entrati in contatto e che, in tempi alterni, hanno sofferto le crisi ma anche contribuito al rilancio dell’economia e dell’occupazione. Ne è ben consapevole Andrea Castrignano, interior designer con una carriera prestigiosa lunga 30 anni, uno studio di Architettura, programmi in Tv, un canale Youtube, e ora anche un creativo imprenditore con il lancio, lo scorso giugno, di una serie di prodotti originali e in bilico tra questi due mondi. “Sicuramente il Covid, che ha inciso così pesantemente sulla nostra economia e in modo totalmente inaspettato, ha contribuito a creare una sorta di cautela. Io ho una mente vulcanica che spesso ragiona basandosi sulle intuizioni e quando credo in un progetto spendo tutto il mio tempo e le mie energie per realizzarlo. Fortunatamente posso contare sul supporto di Federico, mio marito e socio, e dei miei collaboratori che mi aiutano a tradurre in realtà le mie intuizioni”, afferma. “Attraverso i mezzi di comunicazione, prima la televisione e ora il web, mi piace pensare – sottolinea – di aver aiutato a democratizzare il design. Parlare di design e renderlo più accessibile è sempre stato il mio obiettivo e ora vorrei provare a fare la stessa cosa anche con l’arte, un settore che è da sempre abbastanza elitario. Credo fermamente che tutti dovremmo avere la possibilità di vivere in una casa ben progettata e ben arredata. Io, da sempre, sono affascinato dalla cultura Pop, artistica e non, nel senso che la sento molto vicina al mio stile di progettazione. I colori trasmettono emozioni e l’iconografia Pop è intrisa di colori. Per questo ho voluto creare una sorta di terapia che dia un tocco di vivacità alle nostre case. Non dimentichiamoci, poi, che chi vive nelle grandi città spesso non ha grandi spazi a disposizione. Da qui è nata l’idea di combinare più funzioni, come il tavolino/vassoio, e trasformare un oggetto prettamente funzionale in un pezzo d’arte è vincente”. Sostenibilità e artigianalità 100% made in Italy sono parole chiave ormai in tutti i settori, e anche nell’Home Decor. “Fin dall’inizio ho messo il concetto di taylor-made al centro della mia carriera, proponendo una filosofia progettuale – racconta – che si basa sulla sartorialità. Quindi non posso che essere d’accordo sulla riscoperta della manifattura artigianale. Sono costantemente alla ricerca di piccole realtà che mettono al centro della loro produzione la qualità, la personalizzazione e l’attenzione ai dettagli. Certo, l’investimento iniziale da parte del cliente è leggermente più alto, ma c’è anche un risvolto positivo. Pensiamo al fatto che, mediamente, un arredo realizzato attraverso la falegnameria su misura ha una vita più lunga rispetto a uno che non lo, ecco questo aiuta ad ammortizzare la spesa. Inoltre, contribuisce a ridurre gli sprechi e a lungo termine rende tutto il processo più sostenibile e rispettoso dell’ambiente”. E se si parla di tendenze, in particolare di stagione, non ha dubbi: “Il design e il fashion, sono due settori fondamentali per la nostra economia che alimentano il Made in Italy, ma non possono essere paragonati. La moda si evolve molto più velocemente del design. Ogni stagione noi potenzialmente potremmo rinnovare totalmente il guardaroba, mentre non è sostenibile pensare di applicare lo stesso concetto alla nostra casa. Ecco perché non mi piace parlare di tendenze, anche perché, se seguissimo i ‘dettami’ imposti dal settore ci ritroveremmo ben presto con degli ambienti che risultano essere già superati ma che soprattutto non ci appartengono”. “Lo stesso discorso – prosegue – si può applicare agli oggetti, dove anche in questo caso, non credo ci sia una regola che vale per tutti. Ciò che è indispensabile per noi magari non lo è per un altro. Dipende sempre dai gusti e dalle esigenze della singola persona. Uno spunto però lo posso dare ed è cercare di utilizzare il colore per arredare. Non siamo per forza obbligati a osare con tinte forti e d’impatto, anche un colore più tenue e pastello riesce a conferire carattere e personalità a un ambiente”. Anche il food diventa protagonista e nel format che Andrea Castrignano ha realizzato per il suo canale web si coniugano due settori che funzionano molto, il design e il cibo. “Per me la comunicazione – sostiene – è fondamentale: prendere parte o essere protagonista di programmi televisivi di successo, che adesso vanno in onda sul web, è sicuramente un plus per la mia professione, che io considero una vera e propria missione. Questo mi ha consentito di crearmi un seguito, una fanbase, a cui tengo moltissimo e con cui mi confronto continuamente e ciò mi permette di capire i bisogni delle persone. Da qui mi è venuta l’idea di unire due settori che ad oggi funzionano molto bene e che dialogando possono esaltarsi vicendevolmente, facendo entrare il pubblico nella mia casa e raccontando una ricetta riproducibile e alla portata di tutti. Se i lettori sono curiosi di scoprire gli abbinamenti Food & Design che ho fatto finora, ma ce ne saranno tanti altri, li invito ad andare sul mio canale Youtube, e ad iscriversi gratuitamente, dove sono disponibili tutte le puntate”. Ma qual è l’idea di casa di Andrea Castrignano? “Mi piace definirmi un po’ sarto e un po’ psicologo – dice – perché credo fermamente che una casa vada studiata, pensata e cucita su misura per assecondare i gusti e le esigenze del cliente. Una casa può essere oggettivamente bellissima e da copertina, ma se non ti racconta e non richiama il tuo concetto di vita è come se fosse un guscio vuoto. Personalmente, la mia casa ideale, che rispecchia quella in cui vivo, è in stile minimal baroque ossia uno stile classico rivisitato in chiave contemporanea. Inoltre, ho inserito tutto ciò che nel corso degli anni ha maggiormente caratterizzato il mio lavoro di Interior Designer: l’effetto scatola, i wallpaper e i miei prodotti di design”. E c’è un sogno in un cassetto. “Di sogni ne ho ancora tanti – conclude – ed è proprio quello che mi spinge a dare il meglio di me in ogni lavoro che mi viene commissionato. Se dovessi però svelare il più grande sarebbe quello di progettare un Boutique Hotel. In tutti questi anni di attività ho seguito ristrutturazioni e relooking di case, uffici, negozi, bar e ristoranti ma non mi è stato mai commissionato il progetto di un hotel! Quindi ne approfitto per fare un appello: se qualcuno volesse aiutarmi a realizzare questo sogno mi farebbe estremamente felice”.