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Eutanasia: referendum supera 750mila firme, sottoscrivono Saviano, Guccini, Pif

Di Redazione |

Roma, 25 ago. (Adnkronos Salute) – Sono più di 750.000 le persone che ad oggi hanno firmato il referendum per la legalizzazione dell’eutanasia. Oltre 500.000 firme sono state raccolte ai tavoli mentre quelle digitali hanno superato le 250.000. A questi numeri si aggiunge un numero ancora imprecisato di firme raccolte nei Comuni, nei consolati e negli studi degli avvocati e da alcuni gruppi che si sono aggiunti alla mobilitazione nelle scorse settimane.Tra le ultime firme raccolte, anche quelle di Roberto Saviano, Pif e Francesco Guccini. “Ho firmato – ha detto Saviano – perché oggi, senza una legge che la regolamenti, l’eutanasia non è un diritto accessibile a tutti. Ho firmato perché sia libero di scegliere anche chi non può permettersi di raggiungere paesi dove l’eutanasia è legale. Firmare per promuovere questo referendum, comunque la si pensi, è un atto di rispetto per la vita e per il prossimo”. Il risultato “straordinario della raccolta firme – ha dichiarato Filomena Gallo, segretario Associazione Luca Coscioni – dimostra che il referendum affronta e dà risposte a una grande questione sociale rimossa dal Parlamento e dai capi dei grandi partiti: quella della qualità del vivere e della libertà di scelte fino alla fine della vita. Sono fiduciosa che supereremo il milione di firme”. I tavolini per strada e gli altri punti di raccolta firme “saranno aperti per tutto il mese di settembre, trasformandosi nelle nostre ‘sedi da marciapiede’, cioè luoghi di informazione ai cittadini su tutti gli strumenti per vivere liberi fino alla fine, inclusi il testamento biologico, le cure palliative e il suicidio assistito, legalizzato dalla Consulta ma boicottato dal Servizio sanitario nazionale, come nel caso di Mario, che andremo a trovare ad Ancona”, ha dichiarato Marco Cappato, Tesoriere Associazione Luca Coscioni. Domani, infatti, Cappato e Gallo ad Ancona annunceranno nuove azioni legali sul caso di ‘Mario’, il marchigiano di 43 anni, tetraplegico da 10, che pur avendone il diritto si è visto negare l’accesso al suicidio assistito dalla Asur della sua Regione.

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