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Futureclo porta la moda nel futuro

Di Redazione |

La start-up innovativa sta rivoluzionando il settore della produzione e della vendita di capi d’abbigliamento

Gallarate (VA) 06/06/2023. «Una vera e propria fabbrica digitale con le caratteristiche di una fabbrica fisica, in grado di sviluppare nuovi canali di vendita che permettono alle aziende di posizionarsi al meglio sul mercato e di rispondere alle esigenze dei consumatori finali, allargando e consolidando il proprio business». German Picco, fondatore e CEO di Futureclo, così spiega in poche righe la sua idea diventata realtà: portare il settore della moda nel futuro tramite un radicale processo di digitalizzazione.

Quello della moda può essere considerato un settore che non ha età: la moda cambia, si trasforma, ma non morirà mai. Eppure, neanche la moda può sottrarsi ai cambiamenti che investono ogni settore economico e deve fare i conti con le evoluzioni che la tecnologia sta portando nelle vite di tutti noi.

«Sono cresciuto professionalmente nel mondo della moda e ho avuto l’opportunità di esplorarlo a fondo, fino a capirne le problematiche e le esigenze», racconta il giovane imprenditore. «Conoscere il mercato e i prodotti mi ha spinto a trovare le più efficaci soluzioni ai cambiamenti che il progresso ci pone davanti ogni giorno. Ho perciò pensato, insieme al mio socio Carlo Montori e al mio team, di creare una start-up che non si limitasse a efficientare il lavoro per ottimizzare i tempi e ridurre gli sprechi, ma che elaborasse anche nuove modalità per produrre articoli fisici tramite strumenti digitali. Futureclo è nata così».

Futureclo, con base a Gallarate nel cuore produttivo della provincia di Varese, una delle capitali italiane del settore tessile, assume le sembianze di un ponte che collega due mondi che sembrano distanti, ma che, se uniti, riescono a creare enormi opportunità. Uno spazio in cui chi crea il prodotto collabora con chi crea il software, in modo da rendere il processo produttivo più veloce e sostenibile, e l’esperienza di acquisto agile e immersiva.

«Ci siamo chiesti: quale dev’essere il ruolo del digitale in un settore come quello della moda?», continua Picco. «Il digitale deve sì supportare la filiera produttiva, ma deve anche servire a comunicare, posizionare e vendere un prodotto fisico. In pratica, deve seguire i clienti in un percorso end-to-end in un canale di vendita, che può essere una piattaforma on-line, ma non solo».

La start-up gallaratese in appena diciotto mesi ha sviluppato strumenti in grado di arricchire l’esperienza e minimizzare il margine di errore durante l’acquisto, riducendo i resi e, di conseguenza, le emissioni causate dal trasporto dei prodotti. «Stiamo parlando», prosegue Picco, «di dispositivi come il Virtual Try On, che consente di provare un capo su una piattaforma virtuale, il Virtual Sizing, che consiglia all’utente la taglia più appropriata, o il Virtual Wardrobe, con cui i clienti possono collezionare i capi preferiti. Tutto questo è reso possibile dalle nuove tecnologie che ci piace mettere al servizio della moda, come il Metaverso, che diventa un perfetto canale di vendita, o il Digital Twin, il gemello digitale di un prodotto fisico che permette di vivere un’esperienza avvolgente. Questo, secondo noi, è il futuro del retail. Un futuro che per noi è già il presente».

Ma non è tutto. «Le nuove conquiste in ambito digitale ci stanno permettendo di esplorare frontiere irraggiungibili fino a poco tempo fa», spiega il CEO di Futureclo. «Con la Maison Missoni, per esempio, abbiamo dato vita a un progetto che consiste nell’esposizione di capi iconici indossati dalle grandi personalità dello spettacolo. Un vero e proprio museo virtuale cui accedere per provare virtualmente abiti degli anni ’60. Un’iniziativa che avvicina il brand al consumatore, facendogli vivere una esperienza unica».

Infine, l’ultimo sviluppo diventato realtà, elaborato in questo infinito “cantiere di idee”. «Stiamo lavorando», conclude German Picco, «a un progetto che rappresenta in toto il concetto di retail del futuro: un sistema che permette ai clienti di provare un capo tramite vetrine digitali nei negozi fisici. L’ennesimo pezzo di un puzzle che una volta completato, porterà la digitalizzazione a rivoluzione anche il settore della moda. Con quali benefici? Beh, innanzitutto per i conti delle imprese e poi per il consumatori che al termine di una esperienza di acquisto, unica, precisa, sicura e personalizzata, potranno affiancare al guardaroba fisico anche quello virtuale. Pronti ad indossare l’abito giusto per entrare nel nuovo mondo. Quello digitale».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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