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Gli ortopedici della SIOT per i profughi dell’Ucraina
Per il presidente Paolo Tranquilli Leali: “Chi scappa dalla guerra va accolto senza se e senza ma”
Roma, 10 marzo 2022.Gli ortopedici italiani si mobilitano a favore dei profughi ucraini, in prevalenza donne, bambini e anziani con numerose casistiche di patologie all’apparato muscolo-scheletrico e infortuni, anche molto gravi, dovuti alle drammatiche condizioni della fuga dalla guerra.
La SIOT, Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia, al momento ha coinvolto sette reparti di Ortopedia a Roma, Milano, Bari, Genova, Vicenza, Riccione e Sassari, dove personale medico, attrezzature e strutture sono stati messi in piena operatività per accogliere i rifugiati affetti da patologie osteoarticolari che spesso necessitano di trattamenti indifferibili. Alcune centinaia di pazienti ucraini sono già in cura in tutta Italia.
L’impegno del presidente della SIOT
“Come italiani e come medici – sottolinea Tranquilli Leali – sentiamo il dovere di dare il nostro contributo in termini di solidarietà e siamo pronti a farlo garantendo la massima e immediata assistenza sanitaria ai cittadini ucraini, per lo più donne e bambini, in un contesto di efficienza consapevole”.
Per garantire assistenza sanitaria minimizzando i rischi di diffusione del Covid-19 e di altre patologie infettive, che in Ucraina sono molto più diffuse rispetto al nostro Paese, saranno rafforzate le procedure di sicurezza che prevedono l’uso di guanti, mascherine e tute anti contagio.
Il ruolo della Fondazione FEMOR
L’attenzione alla medicina di genere
Il 90% dei profughi ucraini è rappresentato da donne e bambini. E anche in una situazione così particolare la SIOT, prima società medico-scientifica italiana in ambito chirurgico ad aver istituito una Commissione dedicata ad approfondire il tema della Medicina di Genere, è in prima linea. “La medicina di precisione – ci spiega la Dott.ssa Maria Silvia Spinelli, coordinatrice della CPO/MdG della SIOT – è sempre stata una delle nostre priorità. Le differenze biologiche, socio-economiche e culturali tra individui hanno un impatto sull’espressione clinica e sulla risposta ad uno specifico protocollo terapeutico. Siamo quindi pronti a garantire ai pazienti donne, bambini e anziani ucraini cure personalizzate”
Le strutture sanitarie aderenti
Gli Ortopedici della SIOT si aspettano di dover offrire assistenza e primi soccorsi su un’ampia casistica di infortunistica dovuta alle drammatiche modalità della fuga: fratture, distorsioni, lacerazioni cutanee che, nei pazienti più fragili, possono comportare complicanze anche gravi.
Al momento, hanno aderito all’iniziativa:
• il presidio ospedaliero di Riccione, la cui unità operativa di Ortopedia e Traumatologia è diretta dal dottor Massimo Pompili;
• la clinica ortopedica Gaetano Pini di Milano, diretta dal professor Pietro Randelli;
• il Policlinico Gemelli di Roma la cui Unità operativa complessa (Uoc) di Ortopedia e Traumatologia è diretta dal professor Giulio Maccauro;
• l’Azienda ospedaliera universitaria di Sassari, la cui Uoc di Clinica ortopedica è diretta dal dottor Francesco Pisanu;
• il Policlinico di Bari con l’Ortopedia e la Traumatologia universitaria, è diretta dal professor Biagio Moretti;
• l’ospedale policlinico San Martino di Genova, la cui Unità operativa di Ortopedia e Traumatologia d’urgenza è diretta dal dottor Federico Santolini;
• l’Azienda Ulss 8 Berica con l’ospedale civile di Vicenza, la cui Uoc di Ortopedia e Traumatologia è diretta dal dottor Alberto Momoli.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA