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Mafia: Addiopizzo, ‘basta narrazioni eroiche, sono fuorvianti e allontanano la gente’

Di Redazione |

Palermo, 27 ago. “Trent’anni – quelli che ci separano dall’assassinio di Libero Grassi – sono un arco di tempo che impone una riflessione sullo stato della lotta alla mafia, su quello che è stato compiuto in questo periodo, sui passi in avanti prodotti e su quanto invece ancora necessita di essere fatto. Di certo, innanzitutto, possiamo rilevare come, rispetto alla stagione in cui si consumò l’omicidio dell’imprenditore tessile siciliano, oggi a Palermo, nonostante il fenomeno delle estorsioni resti presente, grazie al lavoro di forze dell’ordine e magistrati e alla rete di Consumo critico Addiopizzo si è creata una alternativa alla condizione, per tanto tempo ineluttabile, di tacere e pagare”. E’ quanto scrive l’associazione Addiopizzo a due giorni dal trentesimo anniversario dell’omicidio di Libero Grassi, l’imprenditore che si ribellò al pizzo.

“Oggi la scelta di opporsi, oltre a essere possibile, non ha nemmeno bisogno del clamore a cui fu costretto, suo malgrado, Libero Grassi – spiega Addiopizzo – Per questo riteniamo non sia più il tempo di narrazioni eroiche che, oltre a risultare fuorvianti, allontanano la gente da una lotta che ha bisogno di esempi di normalità, praticati più che proclamati. A Palermo negli ultimi diciassette anni, ovvero dalla nascita di Addiopizzo in quel giugno 2004, in centinaia, tra imprenditori e commercianti vessati dalla mafia, hanno trovato la forza e il coraggio di denunciare. L’hanno fatto – questa la nostra mission e la nostra soddisfazione maggiore – il più delle volte riuscendo a proseguire il loro lavoro in condizioni di normalità e rifuggendo da ribalte eroiche. Tuttavia, per alcune vittime oggi la partita decisiva non si gioca tanto sul terreno della scelta di denunciare, quanto sulla possibilità di continuare il proprio lavoro senza conseguenze in termini di isolamento ambientale ed economico dopo essersi opposte”.

“Su questo tema – è importante sottolinearlo – c’è ancora molta strada da fare sul piano del coinvolgimento sia del tessuto sociale che delle associazioni datoriali, degli istituti di credito e della politica, affinché chi denuncia non patisca la medesima condizione di isolamento subita da Libero Grassi e che, alla fine dei conti, rappresentò il punto debole della sua denuncia, che lo portò alla morte quel 29 agosto 1991. A tal proposito diventa quantomai fondamentale sottolineare il valore strategico del Consumo critico antiracket, concepito a Palermo da Addiopizzo nel 2004 che, se fosse praticato diffusamente da cittadini e istituzioni nei confronti di esercizi commerciali e imprese che denunciano, potrebbe colmare l’isolamento economico che si crea in alcuni casi attorno a chi si oppone alle estorsioni”, dice Addiopizzo.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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