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Mafia: difesa Lombardo, ‘pentiti dicono falsità su Lombardo, porre argine a dichiarazioni in libertà’

Di Redazione |

Catania, 16 nov. L’ex collaboratore di giustizia Maurizio Avola è “un testimone falso, dice cose false che non stanno né in cielo né in terra”. Lo ha detto l’avvocata Maria Licata, legale dell’ex Governatore siciliano Raffaele Lombardo, proseguendo il suo intervento al processo d’appello che vede imputato Lombardo per concorso esterno in associazione mafiosa e corruzione elettorale. Sarebbe “auspicabile – aggiunge la difesa – che si ponesse argine e queste dichiarazioni in libertà”. Raffaele Lombardo nel 2010 denunciò per calunnia il pentito catanese Maurizio Avola, autore delle prime dichiarazioni da cui era scaturita l’indagine per concorso esterno in associazione mafiosa a carico dell’esponente politico. Nell’esposto si ipotizzava l’esistenza di una strategia diretta a “mascariare” Lombardo per fini politici. Avola è l’ex collaboratore che di recente, a sorpresa, a quasi 30 anni dalla strage di via D’Amelio, si è autoaccusato di avere partecipato all’attentato al giudice Paolo Borsellino. Dichiarazioni smentite dalla stessa Procura di Caltanissetta che lo ritengono inattendibile.

“Come sono in libertà le dichiarazioni del collaboratore Dario Caruana, che non è in grado di dirci da dove è partito – dice ancora la difesa – Che non è in grado di indicare la strada fatta e rende dichiarazioni de relato e non riscontrabili. Il collaboratore necessita un più rigoroso vaglio”. E parla di “inconsistenza dell’assurdo”. Secondo il collaboratore Dario Caruana, all’inizio del 2003 si sarebbe tenuta in una casa di campagna alle porte di Barrafranca, piccolo centro dell’Ennese, una riunione riservata, in cui sarebbero stati affrontati diversi argomenti da appalti ad affari. L’incontro sarebbe avvenuto alla presenza del vecchio boss Ciccio La Rocca, del capomafia ennese Raffaele Bevilacqua e del colonnello di Cosa nostra catanese, nel frattempo deceduto, Alfio Mirabile. Caruana avrebbe accompagnato quest’ultimo all’appuntamento, ma sarebbe rimasto fuori “a vigilare” l’ingresso. Ma per l’avvocata Licata quell’incontro di cui parla il pentito è un incontro che “non lascia traccia”. Poi ribadisce che le dichiarazioni di Caruana sono “prive di riscontro”.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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