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**Consulta: Amato, ‘non dimenticherò mai il ‘ma andiamo’ di Coraggio, unico ed efficacissimo’**

Di Redazione |

Roma, 25 gen. “Esemplare è stata sempre la sua adesione alle ragioni della collegialità, ma sempre forte, allo stesso tempo, l’impronta della sua personalità, forgiata dalle sue non comuni esperienze”. Così Giuliano Amato si è rivolto oggi al presidente della Corte costituzionale, Giancarlo Coraggio, per il tradizionale commiato prima del termine del suo incarico alla guida della Consulta il prossimo 28 gennaio. Coraggio ha condotto la Corte all’insegna di una “stella polare” di “fondamentali” che hanno concorso alla stessa identità del collegio: “La collegialità non cancella la personalità e le idee di ciascuno – ha rammentato Amato – ma ci spinge a misurarci con quelle degli altri….fino a ritrovare noi stessi in qualcosa che non è più solo nostro”.

Coraggio “quand’anche non fosse d’accordo con l’opinione che stava prevalendo, si limitava a tirare le fila, spiegando anche il perché del suo disaccordo, ma registrando il risultato a cui giungevamo. Se sentiva quei fondamentali in gioco, allora la sua reazione all’opinione di coloro che li avevano messi in gioco, era un fermissimo e vibrante “ma andiamo” che a volte riapriva la discussione altre volte miracolosamente la chiudeva, senza che più vi fosse obiezione alcuna. “Ma andiamo”, un modulo retorico unico, spontaneo, efficacissimo. Non lo dimenticherò mai”, ha detto con sentita partecipazione Amato.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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