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**M5S: Licheri, ‘non scambiare lealtà per mollezza, guai a sottovalutarci’**

Di Redazione |

Roma, 3 lug. “Lunedì il Presidente Conte incontrerà Draghi. Anche questa volta Giuseppe Conte porterà la lealtà di una comunità che non ha mai tradito ma che è stata più volte tradita. Attenzione però a non scambiare la lealtà per mollezza. La nostra lealtà guarda ai cittadini, alle imprese, alle famiglie, ai disoccupati. Guai a sottovalutare Conte, guai a sottovalutare i 5 stelle. Chi lo ha fatto nel passato se ne è pentito dolorosamente. La comunità 5 stelle sarà pure un popolo tumultuoso, ma è un popolo che non muore mai”. Così il senatore M5S Ettore Licheri, in un lungo post su Fb dal titolo Lealtà.

“Non è facile stare al governo con alleati che ti offendono quotidianamente – esordisce – E non è facile nemmeno dover dialogare con leader che in cuor loro cullano il sogno di banchettare sul tuo cadavere. Ma noi lo facciamo. Lo facciamo perché siamo fatti così. Chiamatelo amore verso il proprio paese o, se preferite, spirito di sacrificio. Ma siamo fatti così. Siamo merce rara in Italia. Del resto, anche il peggiore dei nostri detrattori ce lo riconosce: i 5 stelle saranno pure turbolenti ma sono un popolo leale. Un popolo leale, ecco. Noi siamo questo: uomini e donne di parola, gente sincera che tiene fede agli impegni, che non accampa scuse, che non cerca pretesti”.

“Nel 2018 potevamo riportare l’Italia alle urne. Forti di quel 33% appena incassato chissà come sarebbe finita. Invece scegliemmo di non lasciare in stallo un paese fermo da troppi anni. Così pure la volta seguente, con un Salvini in delirio che chiedeva poteri speciali mentre 10 miliardi di clausole di salvaguardia sarebbero scattate da lì a poco sulle tasse degli italiani. Che fare? Si va all’opposizione a recitare la parte dei traditi? Berlusconi lo avrebbe fatto, Giorgia Meloni lo avrebbe urlato, Calenda lo avrebbe sibilato. E invece noi no: ci siamo caricati il paese sulle spalle e via: credito d’imposta, decontribuzione sud, patto per l’export , fondo per le startup, legge salva-mare ed ambiente in Costituzione. Ora c’è il superbonus 110%. C’è Draghi che non lo vuole e ci sono 40 mila aziende sull’orlo di un baratro. Una misura che avrebbe dovuto significare benessere, occupazione e tasse pagate, oggi rischia di diventare un gigantesco sepolcro economico”.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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