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**Mattarella: la bufera sul Csm, ‘magistratura ritrovi rigore per salvaguardare indipendenza’**

Di Redazione |

Roma, 26 dic. “Occorre impegnarsi per assicurare la credibilità della magistratura che, per essere riconosciuta da tutti i cittadini, ha bisogno di un profondo processo riformatore ed anche di una rigenerazione etica e culturale”, di “rivitalizzare le proprie radici deontologiche, valorizzando l’imparzialità e l’irreprensibilità delle condotte individuali; rifuggendo dalle chiusure dell’autoreferenzialità e del protagonismo”. In sintesi, è necessario “un ritrovato rigore”, anche per evitare “il rischio che alcuni attacchi alla magistratura nella sua interezza siano, in realtà, strumentalmente svolti a porne in discussione l’irrinunciabile indipendenza”.

Sono stati incessanti e ripetuti gli appelli del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, soprattutto negli ultimi due anni del suo mandato, per richiamare i magistrati all’”etica delle istituzioni”; alla “consapevolezza di dover agire sempre sulla base di principi e per l’affermazione di valori”; all’”esercizio di onestà intellettuale, di equilibrio, di sobrietà, di obiettività, assenza di autoreferenzialità, disponibilità al confronto”; per respingere quelle “logiche corporative che snaturano e deprimono la figura del magistrato”.

Interventi divenuti sempre più frequenti e inevitabili con l’avanzare dello tsunami che ha investito il Csm, che il Capo dello Stato è chiamato a presiedere. Prima l’inchiesta che ha coinvolto Luca Palamara, già componente dello stesso organismo ed ex presidente dell’Anm, portando alle dimissioni di vari componenti del plenum di Palazzo dei Marescialli, via via che emergeva con sempre maggiore evidenza l’esistenza di un intreccio perverso tra logiche correntizie e commistioni tra politica e magistratura, divenute il criterio guida per l’attribuzione di incarichi giudiziari.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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