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**Mattarella: la continuità con mandato predecessori per attuare Carta e irrobustire Repubblica**

Di Redazione |

Roma, 26 dic. “Evocando liberamente Paolo Barile, potremmo riassumere che il Presidente della Repubblica pro-tempore è portatore dell’indirizzo di attuazione e di rispetto della Costituzione”, così che “nel succedersi dei decenni, l’edificio della Repubblica è stato irrobustito dall’azione dei Presidenti che si sono succeduti sino a ieri”. Sergio Mattarella durante il suo mandato ha colto l’occasione di varie ricorrenze per ricordare la figura dei suoi predecessori, attraverso interventi, che, come quello appena citato, dimostrano l’esistenza di un filo rosso che lega i vari settennati, rendendoli, pur con le loro peculiarità, parte di un unico percorso coerente con i dettami della Carta costituzionale, nel mutare del contesto storico e delle contingenze politiche, sociali ed economiche, interne ed internazionali.

Tutte le decisioni dell’attuale Capo dello Stato trovano così il loro ancoraggio nell’azione di chi lo ha preceduto, che in momenti diversi ha saputo essere “all’altezza dei tempi”, partendo dalla premessa, per citare le parole di Piero Calamandrei, che “contro ogni smarrimento costituzionale, contro ogni deviazione, contro ogni inerzia, il Presidente della Repubblica può essere, se vuole, la viva vox constitutionis”.

A partire da Luigi Einaudi, che, come ricorda Mattarella, “nella sua opera di costruzione dell’equilibrio tra i diversi organi costituzionali, sapeva che i suoi atti avrebbero fissato i confini all’esercizio del mandato presidenziale, per sé e per i suoi successori. Con la discrezione e la fermezza che lo caratterizzavano diede vita a un dialogo di permanente leale collaborazione istituzionale” e, “cercando sempre leale sintonia con il Governo e il Parlamento, si servì in pieno delle prerogative attribuite al suo ufficio ogni volta che lo ritenne necessario”.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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