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**Quirinale: no rieleggibilità, stop Moro-Togliatti, Mattarella riapre questione** (5)

Di Redazione |

Su iniziativa del deputato socialista Silvano Labriola, sostenuta anche da Giuliano Amato e Franco Bassanini, fu così approvata la legge costituzionale del 4 novembre 1991, che modificando l’articolo 88 della Costituzione consente al Capo dello Stato di sciogliere le Camere quando gli ultimi sei mesi del mandato coincidano in tutto o in parte con gli ultimi sei mesi della legislatura.

L’equilibrio tra possibile rielezione e semestre bianco nacque in un contesto certamente diverso rispetto a quello maturato nell’ultimo decennio, visto che la possibilità di rielezione sembra poter diventare una rete di salvataggio quando per l’incapacità dei partiti e gli interessi dei singoli parlamentari si crea uno stallo nell’elezione del nuovo Capo dello Stato, che alla fine appare superabile solo confermando il Presidente uscente.

Di qui l’attualità del tema della non rieleggibilità, immediata o meno, sollevato da Segni e Leone e indirettamente riproposto da Mattarella, affrontato anche nei vari tentativi di riforma costituzionale succedutisi nei decenni passati. In particolare fu la prima commissione bicamerale per le riforme istituzionali, quella presieduta da Aldo Bozzi durante la nona legislatura, a proporre la non rieleggibilità immediata del Presiedente della Repubblica e una modifica del semestre bianco, prevedendo che negli ultimi sei mesi di mandato il Capo dello Stato potesse procedere allo scioglimento anticipato delle Camere soltanto “su parere conforme” dei presidenti dei due rami del Parlamento.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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