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**L.elettorale: Borghi (Pd), ‘non si fa a sportellate, quadro chiaro dopo elezione Colle’** (2)

Di Redazione |

“Fatta questa premessa di cornice -continua Borghi- si può lavorare per contemperare l’esigenza di rappresentanza con quella della governabilità. E le strade sono diverse: il proporzionale con la soglia al 5% oppure un proporzionale con correttivi maggioritari. Il punto però è politico. E cioè: la Lega accetta di un’impostazione di questo genere o preferisce restare prigioniera di uno schema in cui la leadership del centrodestra è della Meloni? “.

“Quindi, discutere all’interno del Pd di legge elettorale, col rischio di richiamarci ognuno alla propria Weltanschauung, in questo momento rischia di essere solo un esercizio. Serve una verifica sul piano politico se esistono le condizioni per una larga convergenza sul piano parlamentare e in questo quadro l’elezione del presidente della Repubblica rappresenta una variabile importante: se ci sarà una larga condivisione, questo creerebbe il clima politico per una modifica della legge elettorale che non va fatta a sportellate e a colpi di maggioranza. Le due cose sono concatenate”.

La modifica, ribadisce l’esponente dem, va fatta “altrimenti noi rischieremmo di riprodurre il risultato del 2018 con delle coalizione finte, che si mettono assieme per partecipare alla quota maggioritaria del Rosatellum, e poi si sfasciano”, come accadde nel Conte 1 con la Lega al governo con i 5 Stelle e Fi e Fdi all’opposizione. “Questa è la vera presa in giro degli elettori. Noi abbiamo due schieramenti: uno in costruzione ovvero il centrosinistra e uno in disgregazione ovvero il centrodestra. Queste cose qui non avrebbero bisogno della ‘droga’ della tecnica elettorale, ma della politica. Chi pensa di risolvere i problemi politici con le leggi elettorali, sbaglia e il passato lo dimostra”.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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