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**Mafia: processo Trattativa, pm ‘scelte politica criminale e verità inconfessabili /Adnkronos**

Di Redazione |

Palermo, 22 set. “Possiamo dire che vicende di questo processo ci hanno fatto capire che furono fatte alcune scelte di politica criminale e alcune attività, ovvero incomprensibili omissioni, sono state guidate da logiche rimaste estranee al corretto circuito istituzionale”. Era il 24 maggio scorso e il sostituto procuratore generale di Palermo Giuseppe Fici aveva appena iniziato con queste parole la requisitoria nel processo sulla trattativa tra Stato e mafia che vede imputati ‘eccellenti’ come i generali Mario Mori e Antonio Subranni, ma anche il colonnello Giuseppe De Donno. Secondo l’accusa avrebbero avviato la trattativa con Cosa nostra avendo “comportamenti delittuosi”.

Ci sono “verità che anche se scomode, devono essere raccontate”, aveva ribadito anche l’altro rappresentante dell’accusa, Sergio Barbiera. “Uomini delle istituzioni, apparati istituzionali deviati dello Stato, hanno intavolato una illecita e illegittima interlocuzione con esponenti di vertice di Cosa nostra per interrompere la strategia stragista” aveva proseguito il magistrato ricordando come “la celebrazione del presente giudizio ha ulteriormente comprovato l’esistenza di una verità inconfessabile, di una verità che è dentro lo Stato, della trattativa mafia-stato che, tuttavia, non fa differenza tra mandanti ed esecutori istituzionali perché, come ha ricordato il Capo dello Stato Sergio Mattarella, nel corso delle commemorazioni dell’anniversario della strage di Capaci, o si sta contro la mafia o si è complici. Non ci sono alternative”.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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