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Afghanistan: responsabile centro Veronesi Herat, ‘ora al sicuro, aiutateci a rifarci una vita’ (2)

Di Redazione |

Il marito e i quattro figli sono con lei in Italia, mentre il resto dei parenti sono rimasti in Afghanistan. “Purtroppo mia madre, tre fratelli, due sorelle e le loro famiglie sono bloccati a Herat. Sono molto preoccupata per loro, perché l’area è molto pericolosa per la mia famiglia”, racconta la dottoressa, che descrive una situazione “molto brutta a Herat: quando siamo partiti, i talebani avevano conquistato l’area, si sentivano di continuo spari e l’aeroporto purtroppo era chiuso”.

Da allora è stato costretto a chiudere anche il centro della Fondazione Umberto Veronesi, inaugurato nel 2013 accanto al Maternity Hospital di Herat, un ospedale pubblico. Nella struttura, di circa 120 metri quadrati, venivano visitate circa mille donne all’anno, che potevano usufruire anche di un mammografo e un ecografo estremamente rari in Afghanistan. “Purtroppo in zona non c’è un altro centro simile per gli esami al seno, il nostro era il migliore di Herat. Aiutavamo le donne afghane nella cura quotidiana, molte donne venivano da noi per fare gli esami gratis e questo era un bene per la gente”, sottolinea la dottoressa.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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