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Al via il 6° Forum delle Giornaliste del Mediterraneo

Di Redazione |

(ROMA, 3/11/2021) – I temi di quest’edizione: Donne, Pace, Sicurezza e Infodemia. Trenta panel, 60 ore di formazione, 10 giornate, 120 esperte dai paesi euromediterranei

Il Forum of Mediterranean Women Journalists quest’anno ha dei partner d’eccezione: Fondazione Pangea Onlus capofila del progetto “Donne, pace, sicurezza: che “genere” di notizia, che “genere” di guerra. La voce delle donne dai luoghi dei conflitti”, il Ministero degli affari esteri – Cidu, che finanzia il progetto all’interno del Piano d’azione nazionale, e UNESCO, oltre al CORECOM Puglia che sostiene economicamente l’organizzazione sin dalla prima edizione.

Il Forum, in modalità mista, on line e in presenza, è articolato in due tappe: la prima a Roma, dal 3 al 7 novembre, la seconda resterà itinerante con convegni tra Bari, Brindisi, Foggia e Taranto, dal 21 al 25 novembre e vede una programmazione imponente: 30 panel, 60 ore di formazione, 10 giornate, 120 giornaliste, attiviste, accademiche, provenienti dai paesi euromediterranei.

Doppio anche il filo conduttore: “Donne, Pace, Sicurezza” e “Infodemia”. Invariata la mission del Forum: “Creare ponti e abbattere muri, promuovendo una riflessione sul lavoro delle giornaliste investigative, come presidio di Democrazia, dunque di pace”.

La partnership con Unesco

Unesco, agenzia Onu specializzata nella promozione della libertà di stampa, a Bari, nell’ambito della programmazione del Forum, sosterrà una master class con alcuni dei componenti della giuria Unesco, presieduta da Marilù Mastrogiovanni, che assegna il premio mondiale per la libertà di stampa dedicato a “Guillermo Cano”.

Inoltre Unesco organizzerà un training sulle tecniche di sicurezza, dedicato soprattutto alle giornaliste investigative.

La master class e il training saranno in collaborazione con l’Università di Bari e il Master in Giornalismo.

Il programma sul sito giornaliste.org

Gli incontri saranno trasmessi on line sulle pagine Facebook del Forum delle giornaliste del Mediterraneo, Fondazione Pangea onlus, Master in Giornalismo dell’Università di Bari, Giulia giornaliste, Idea Dinamica Scarl.

Cinque position papers

Questo imponente lavoro di networking, e tutto quanto emerso negli eventi di sensibilizzazione e formazione, saranno la base per sviluppare 5 position paper sull’Agenda DPS-WPS rispetto alle 5 tematiche proposte dal Forum Donne Pace e Sicurezza, ossia i conflitti ideologici, sociali, politici, religiosi, ambientali.

I position paper confluiranno come allegati nel “Manifesto di Taranto”, che sarà l’output finale del progetto “Europe4Future”, che sarà presentato al Parlamento europeo.

Il #DopoForum

Quest’anno, dopo i panel della mattina, le serate lasceranno spazio alle immagini, ai dibattiti, alla suggestione del teatro e della letteratura. Il Forum si arricchisce infatti del Festival #DopoForum: dal 3 al 7 novembre, presso il teatro del “Centro Donna Pangea”, via Cesare Balbo 4 a Roma: proiezioni di documentari, spettacoli teatrali, presentazioni di libri, aperitivi multiculturali.

Dì la verità anche se la tua voce trema

“È fondamentale riconoscere il ruolo delle donne nei processi di pace e nella risoluzione dei conflitti. Un ruolo spesso taciuto o trascurato, perché le guerre storicamente vengono raccontate al maschile. Invece la realtà dei fatti ci racconta il contrario, di un ruolo attivo e centrale delle donne in questi percorsi, tanto che la stessa legge 1325 le riconosce non solo come vittime ma anche come agenti di ricostruzione di società e mediatrici dei processi politici. È fondamentale cogliere questo aspetto quando si parla di conflitti. Le storie delle donne che abbiamo coinvolto ci dicono proprio questo e ci insegnano che non basta il coraggio: bisogna incontrarsi, riconoscersi e lottare insieme. L’obiettivo resta sempre quello di mettere l’accento sulla pace, sulla guerra e sulla condizione del genere femminile e, allo stesso tempo, rilevare l’importanza dei percorsi di solidarietà, di presa di coscienza e di sorellanza”, afferma Simona Lanzoni, vicepresidente di Fondazione Pangea Onlus.

La figura della giornalista investigativa maltese, Daphne Caruana Galizia, uccisa il 16 ottobre 2017 nell’esplosione di una bomba piazzata a bordo della sua auto e azionata con un telecomando a distanza è di ispirazione per tutte le attività del Forum.

Galizia aveva 53 anni, era madre di tre figli. Negli ultimi anni aveva condotto una serie di inchieste che avevano scosso il mondo della politica e aveva anche subito il blocco dei suoi conti correnti. ‘Dì la verità anche se la tua voce trema’, ripeteva. Ed è questo il titolo del suo libro pubblicato postumo.

“E’ un messaggio che non possiamo e non vogliamo far cadere nel vuoto”, dice la giornalista Marilù Mastrogiovanni, fondatrice e direttrice del Forum e presidente della giuria del World Press Freedom Prize Guillermo Cano di Unesco, il premio mondiale per la libertà di stampa che ogni anno viene assegnato a un giornalista che si distingue per l’impegno al servizio delle libertà di stampa e di espressione. “Per questo rafforziamo il nostro impegno per sostenere le giornaliste che in Italia, così come in ogni parte del mondo, ogni giorno, raccontano e approfondiscono i fatti anche mettendo a rischio la propria vita. Sono donne human rights defenders, la cui voce viene messa a tacere o resta isolata.

Quella voce, invece, va amplificata ogni giorno affinché possa superare limitazioni e ostacoli per diventare patrimonio condiviso ed è con questo obiettivo che proseguiamo nella costruzione di una rete tra le giornaliste investigative, le attiviste della società civile e le donne che si occupano di gendere studies”, prosegue. “Allo stesso tempo siamo impegnate ad approfondire la condizione femminile nel mondo, dando ascolto a chi proviene da realtà difficili. La bussola in questo viaggio è costituita dalla dichiarazione dei diritti delle donne scaturita dalla conferenza mondiale delle donne a Pechino e dalla Risoluzione 1325 dell’ONU”, sottolinea Mastrogiovanni.

Le partnership

Il Forum, già presente sui tavoli di Unesco, Onu, Osce, Anna Lindh foundation, da quest’anno è entrato a far parte del progetto Europe4Future, pensato per dare spazio alle idee, ai desideri e ai progetti degli studenti e delle studentesse sul futuro dell’Europa. Il progetto, di cui è capofila Crea Onlus e partner il gruppo editoriale Citynews, è rivolto alle scuole, alle università e alle associazioni studentesche, e ha ottenuto il finanziamento del Parlamento europeo.

L’Europa chiede il contributo dei giovani e delle donne del Sud sul cambiamento climatico e sull’ambiente, sulla salute, sull’economia, sulla giustizia sociale e sull’occupazione, sui rapporti dell’Unione Europea nel mondo, sui valori e sui diritti, sulla sicurezza, sulla trasformazione digitale, sulla democrazia europea, sulla migrazione e sull’istruzione, sulla cultura, sullo sport.

L’opportunità è offerta dalla piattaforma on line Europe4future che costituisce il motore della conferenza sul futuro dell’Europa. Le proposte saranno raccolte per continuare a camminare e diventare realtà. “Tutte le idee confluiranno in un documento che abbiamo voluto chiamare Manifesto di Taranto e che, nell’ambito del progetto ‘Europe4future’, sarà presentato direttamente al Parlamento europeo”, dice Marilù Mastrogiovanni. “La città di Taranto è stata scelta perché deve diventare simbolo della transizione ecologica, dello sviluppo sostenibile e possibile, non più teatro di scempio ambientale e morte. La rinascita dell’Italia deve partire dal Sud e Taranto deve essere il suo goal più riuscito”, conclude la fondatrice del Forum.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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