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Borsellino: parte civile, ‘tante anomalie, imputati innocenti sbattevano contro muri stranissimi’

Di Redazione |

Caltanissetta, 17 mag. “Nel processi di strage, non in questo processo, abbiamo avvertito delle anomalie, avevamo la sensazione di difendere gente innocente. Normalmente, da difensore, non sai e non vuoi sapere se l’imputato è colpevole, è una difesa tecnica. Nel momento in cui hai la sensazione di stare assistendo persone per cui non riesci a fare niente e che sbatti contro muri stranissimi e che gli imputati sono innocenti, provi fastidio”. Inizia con queste parole l’arringa difensiva dell’avvocata Rosalba Di Gregorio, legale di Gaetano Murana, uno degli imputati che furono condannati, ingiustamente, all’ergastolo, per la strage di via D’Amelio, nel processo per il depistaggio sulla strage che vede imputati tre poliziotti. Alla sbarra ci sono Mario Bo, Michele Ribaudo e Fabrizio Mattei, accusati di concorso in calunnia aggravata dall’avere favorito Cosa nostra. Nella scorsa udienza, il procuratore Salvatore De Luca ha chiesto pene alte per gli imputati. Undici anni e dieci mesi per Mario Bo e nove anni e mezzo per gli altri due poliziotti. Presenti in aula anche due delle parti civili, Gaetano Murana e Giuseppe La Mattina, ingiustamente condannati all’ergastolo.

“Non ripeterò gli argomenti che ha usato il pm Stefano Luciani in requisitoria per non tediarvi – dice l’avvocata Di Gregorio – Mi associo alle richieste e al contenuto del pm”. “In questo processo – dice ancora – il nostro ruolo di difensori di parti civili è stato un po’ anomalo. Non nel senso in cui ci è stato rimproverato. Eravamo prima difensori degli imputati e poi difensori di parte civile. Come se avessimo usurpato un ruolo di parte civile. Noi siamo stati sempre difensori di parte offesa, sin dal processo in cui assistevamo gli imputati. Premetto che difendere gli imputati è un ruolo nobilissimo e nessuno ci può criminalizzare perché noi non difendiamo il reato ma l’imputato”.

“Tutti i comportamenti dei poliziotti imputati, e non, e dei pm dell’epoca, si possono giustificare in periodo pre-Spatuzza”, cioè prima dell’arrivo del collaboratore Gaspare Spatuzza, che ha chiarito alcuni fatti legati alla strage, tra cui la falsa collaborazione di Vincenzo Scarantino. “Siccome Spatuzza non c’era e certe cose non si potevano sapere”, dice. E ringrazia la Corte, presieduta da Francesco D’Arrigo, di avere voluto sentire, per la prima volta, l’avvocata Lucia Falzone, ex legale di Vincenzo Scarantino, la cui deposizione “era sempre stata stralciata dai lista testi degli altri processi per le stragi”, dice la legale.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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