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Calcio: Champions, Eca preme su Uefa per 2 posti assegnati in base al ranking

Di Redazione |

Vienna, 28 mar. – L’assemblea Eca si riunisce nuovamente per valutare, tra le altre cose, la possibilità di modificare le modalità per l’accesso alle prossime edizioni della Champions League. Secondo quanto svelato dal The Guardian, infatti, i membri dell’Eca starebbero pensando di far pressione sull’Uefa, per consentire ai club di qualificarsi alla massima competizione europea anche grazie al loro ranking, cioè in base a un coefficiente determinato dai risultati ottenuti in Europa nelle precedenti cinque stagioni. Questo permetterebbe alle grandi squadre di avere la possibilità di qualificarsi alla Champions League anche qualora dovessero fallire quest’obiettivo nel proprio campionato.

Una volontà portata avanti soprattutto dai club di Premier League (ce ne sono 10 nell’assemblea Eca), considerando che ogni anno diverse grandi società restano fuori dalla più importante competizione europea non riuscendo a rientrare tra le prime quattro. L’idea sarebbe quella di riservare due posti da assegnare alle prime due squadre del ranking non qualificate.

Se ne discuterà, come detto, nell’assemblea Eca, in programma a Vienna. Atteso anche l’intervento di Ceferin, presidente dell’Uefa, per un discorso inaugurale. Tale proposta, secondo quanto raccontato dal The Guardian, sarebbe stata discussa all’interno del gruppo di lavoro del Comitato competizioni per club, che lavora sulle riforme dei tornei Uefa.

Un’ipotesi che, quindi, era già stata presa in considerazione, prima della nascita della Superlega che ha portato alla ribalta il tema della meritocrazia sportiva. Il ritorno alla qualificazione per coefficiente, chiaramente, sarebbe un vantaggio per i top team delle leghe più importanti d’Europa, dove già ci sono più posti a disposizione per la Champions League.

Nei mesi scorsi, tra l’altro, alcuni dei promotori di quest’iniziativa e, soprattutto, della Superlega hanno lasciato l’Eca, a partire da Andrea Agnelli (che si è anche dimesso dal ruolo di presidente, ereditato da Al-Khelaifi) e dalla stessa Juventus, che è uscita dall’organizzazione insieme a Real Madrid e Barcellona.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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