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Caso camici: giudice, ‘nessun danno da mancata consegna, non più impellenti’

Di Redazione |

Milano, 26 mag. La mancata consegna di 25 mila camici da parte di Andrea Dini, proprietario della società Dama e cognato del presidente della Regione Lombardia, non ha comportato nessun danno (anzi un vantaggio economico alla Regione): quando si verifica l’emergenza di dispositivi anti Covid non era così urgente. Lo sostiene il gup di Milano Chiara Valori che, lo scorso 13 maggio, ha prosciolto “perché il fatto non sussiste” il governatore lombardo Attilio Fontana, il cognato, Pier Attilio Superti vicesegretario generale della Regione, Filippo Bongiovanni e Carmen Schweigl, rispettivamente ex dg e dirigente di Aria, la centrale acquisti della Lombardia.

Per il gup “Non vi è dubbio che i 25.000 camici non consegnati costituissero beni necessari al servizio sanitario regionale, ancorché – alla data del 20 maggio 2020 – il bisogno non fosse più così impellente come nelle prime settimane dell’emergenza”.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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