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Consulta: dal green pass al titolo quinto, un anno di passi avanti della giustizia italiana (4)

Di Redazione |

In piena pandemia ed emergenza sanitaria in Calabria, è arrivata la pronuncia sul commissariamento della sanità della Regione, definito parzialmente incostituzionale. Lo ha stabilito la Corte costituzionale nella sentenza numero 168 secondo cui non basta cambiare il vertice in situazioni particolarmente critiche come quella dell’ultradecennale commissariamento della sanità calabrese, lo Stato non può limitarsi a un “mero avvicendamento del vertice, senza considerare l’inefficienza dell’intera struttura sulla quale tale vertice è chiamato a operare in nome dello Stato”. È quindi incostituzionale non avere previsto che al prevalente fabbisogno della struttura di supporto del commissario ad acta debba provvedere “direttamente lo Stato” con personale esterno. È altresì incostituzionale avere imposto alla Regione di mettere a disposizione un contingente “minimo” anziché “massimo” di 25 unità di personale regionale.

Significativa, anche in vista dell’attuazione del Pnrr, tra le riforme quella sollecitata dalla Corte sulla Città metropolitana, la cui riforma pur nell’ambito di una sentenza dì inammissibilità, è stata ritenuta dalla Consulta non conforme alla Costituzione, in particolare per quanto riguarda l’individuazione del sindaco, nella sentenza 240 dello scorso 7 dicembre in cui la Corte ha invitato il legislatore ad introdurre norme che assicurino ai cittadini la possibilità di eleggere, in via diretta o indiretta, i sindaci delle Città metropolitane.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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