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Covid: Guzzetta, ‘conflitto insanabile tra green pass italiano e Ue, intervengano le Camere’ (2)

Di Redazione |

“Tra l’altro – prosegue Guzzetta – se è vero che la certificazione verde è stata creata per tutelare la circolazione fra i paesi, è anche vero che la differenza di durata dei certificati pone problemi sia ai cittadini europei che vengono in Italia che a quelli italiani che vanno all’estero. A quelli che vanno in Italia, perché la durata è superiore a quella italiana ma si applicano le leggi italiane; e viceversa a quelli che vanno all’estero perché nel momento in cui viene verificato il green pass all’estero, c’è il rischio che i sistemi informatici diano il certificato come non valido”.

Il problema di legittimità che si pone tra il decreto italiano e il regolamento europeo è dunque dovuto a varie ragioni: “Innanzitutto perché contrariamente a quanto prevede la legge italiana, non c’è coerenza con la disciplina europea. Inoltre perché la disciplina Ue si esprime in modo chiaro ai ‘punti considerando’ 9, 10 e 14”. In che senso? “L’Ue nei punti 9 e 10 avvisa che ‘…l’adozione di misure unilaterali in questo settore potrebbe causare gravi perturbazioni ponendo le imprese e i cittadini in un’ampia gamma di situazioni divergenti…’ ed in ‘…un’incertezza che comporta anche il rischio di minare la fiducia nel certificato covid dell’Ue e di compromettere il rispetto delle necessarie misure di sanità pubblica…’ con effetti ‘…particolarmente dannosi in una situazione in cui l’economia dell’Unione è già stata duramente colpita dal virus..’ – riferisce il giurista leggendo i ‘punti considerando’ del regolamento europeo – Al punto 14 la Commissione europea prescrive inoltre che non si ponga al momento alcun termine per la validità della vaccinazione di richiamo, mentre il decreto legge di cui parliamo ha stabilito una validità a sei mesi prevedendo che una eventuale quarta dose vada fatta dopo il sesto mese dal booster. Al contrario, adesso la quarta dose dovrebbe essere esclusa, finche non ci sarà un termine di validità della certificazione booster”.

Guzzetta spiega che il regolamento europeo ha efficacia immediata e che quindi dovrebbe essere applicato direttamente anche dalla pubblica amministrazione, la quale a sua volta “dovrebbe immediatamente disapplicare le norme interne e quindi il decreto legge, se incompatibile con il diritto europeo: Il diritto nazionale, che contrasta con il diritto europeo direttamente applicabile, non dovrebbe valere. Quindi, con questa premessa, la certificazione dovrebbe valere anche in Italia 9 mesi, mentre il booster non dovrebbe avere limiti di validità”. Invece? “I controlli vengono fatti attraverso un sistema automatizzato, nemmeno l’operatore che li fa ha possibilità di accertare le ragioni della mancata validità. Quindi, non può sapere se la certificazione è ancora valida nell’Ue ma non in Italia, con la conseguenza che si potrebbe determinare un contenzioso molto vasto da parte dei cittadini, che si vedono limitare la validità disformemente all’Unione europea”, conclude il giurista

(di Roberta Lanzara)COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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