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Covid Italia, Agnelli (Confimi Industria): “Si a green pass ma con giudizio e regole certe”

Di Redazione |

Roma, 3 set. (Labitalia) – “Si al green pass ma con giudizio. E con regole certe”. E’ il giudizio di Paolo Agnelli, industriale e presidente di Confimi Industria che ha raccolto la voce degli imprenditori manifatturieri. “Le tempistiche incerte che porteranno all’obbligatorietà della vaccinazione mal si sposano con l’allungarsi della lista dei luoghi in cui è necessario esibire il green pass per accedervi e questa situazione di limbo accresce la confusione e le difficoltà anche in azienda”, fa presente il numero uno di Confimi commentando le parole del Presidente Draghi in occasione della prima conferenza stampa dopo la pausa estiva. E sulla polemica del certificato verde per i lavoratori, il numero uno del manifatturiero torna a sottolineare il sì di Confimi Industria al green pass e al vaccino ma ci tiene a precisare “non si può pensare di lasciare soli gli imprenditori” e spiega “ad oggi la percentuale di chi non può o non vuole vaccinarsi è mediamente il 20% della popolazione, chiedere il green pass ai dipendenti vuol dire per la vita in fabbrica dover rinunciare teoricamente al 20% dei dipendenti, impensabile portare avanti la produzione con un organico così ridotto, soprattutto in questo momento di forte ripartenza”. E continua Agnelli “e come ci si dovrebbe comportare con i dipendenti allontanati? Saranno in mobilità a carico degli istituti preposti? Risulteranno in malattia? Dobbiamo licenziarli? Non c’è chiarezza”. Le buone notizie sembrano arrivare invece dal Parlamento “apprendiamo con soddisfazione la decisione di equiparare i test salivari ai tamponi antigenici e naso-faringei per ottenere il green pass valido per 48 ore” dichiara il presidente di Confimi “e va proprio nella direzione da noi auspicata per non fermare gli impianti e far sentire tutti i nostri dipendenti più sicuri” “Si permetta agli imprenditori di effettuarli al momento dell’ingresso in azienda a tutti coloro che non possono o non vogliono vaccinarsi” propone quindi Agnelli. Ma c’è di più. La Confederazione suggerisce “che per i dipendenti più scettici o timorosi sia organizzato un percorso di formazione-informazione e di supporto psicologico da realizzarsi con gli specialisti delle asl locali e con il coinvolgimento dei sindacati per promuovere insieme una cultura vaccinale e accedendo agli strumenti già finanziati”. “Più volte come Confederazione abbiamo sottolineato l’importanza e la validità dei protocolli di sicurezza definiti lo scorso anno con lo scoppio della pandemia” ricorda ancora Agnelli “e infatti non si sono registrati focolai in fabbrica”. “Eppure -rimarca Agnelli – nonostante l’impegno di tutti, per il 2021 il Governo non ha rifinanziato il fondo per la quarantena fiduciaria, gravando quindi le aziende di un ulteriore costo sociale. Non è questo il momento di scordarsi di chi fa economia reale”.

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