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Covid: Iwpr, in Usa ha fermato i salari, donne dovranno aspettare 2059 per parità

Di Redazione |

Roma, 17 set. -Dal punto economico l’impetto del Covid è stato più forte sulle donne, anche negli Stati Uniti, rallentando il percorso di ‘avvicinamento’ alle retribuzioni maschili: di questo passo – considerando l’andamento dal 1960 a oggi – ci vorranno altri 39 anni (fino al 2059) perché i guadagni delle donne raggiungano lo stesso livello di quelli degli uomini. Lo spiega da Washington l’Institute for Women’s Policy Research (Iwpr) – che parla di una ‘She-Cession’ che ha portato in pandemia il divario salariale di genere a ridursi leggermente solo per i lavoratori a tempo pieno, ma con un pesante impatto per donne impegnate in lavori a bassa retribuzione. Considerando poi tutti gli altri lavoratori, il divario di genere è leggermente aumentato dallo scoppio della crisi.

Il Covid-19 – spiega l’istituto – “ha portato a una perdita sproporzionata di posti tra le donne con le retribuzioni più basse” meno pagate e con la loro uscita dal mercato il reddito medio annuo per le lavoratrici a tempo pieno è aumentato del 6,5 %. Complessivamente comunque il divario salariale di genere per i lavoratori a tempo pieno è leggermente diminuito dal 17,7 percento nel 2019 al 17,0 percento nel 2020, con la media delle retribuzioni femminili all’83% degli uomini. Se poi si includono anche tutti i lavoratori non a tempo indeterminato il divario di genere è addirittura aumentato dal 26,5 al 27,4 per cento (con le donne al 72,6 per cento degli stipendi maschili).

Oltre a quello di genere molti lavoratori devono poi fare i conti con divari salariali legati alla razza con le retribuzioni delle donne ispaniche o latine appena al 57,3 percento di quelle degli uomini bianchi non ispanici, mentre le lavoratrici nere sono al 63,9 percento, quelle bianche non ispaniche al 79,4 percento e le asiatiche addirittura al 101,2 percento.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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