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Deejay morta: Procura chiede l’archiviazione ‘Viviana uccise Gioele e si gettò dal traliccio'(2)

Di Redazione |

“Nessun estraneo ha avuto un ruolo, neanche marginale, mediato o indiretto”, come dice la Procura di Patti. Ecco perché il Procuratore Angelo Vittorio cavallo, che ha coordinato l’inchiesta sulla morte della donna e del figlio, a un anno dai fatti, come apprende l’Adnkronos, ha chiesto al gip l’archiviazione. “Tutte le indagini tecniche svolte hanno permesso di accertare come Viviana, senza ombra di alcun dubbio, si sia volontariamente lanciata dal traliccio dell’alta tensione, con chiaro ed innegabile intento suicidario”, spiega il Procuratore capo Angelo Vittorio Cavallo. La Procura esclude anche “la presenza di lesioni” sia prima della morte che post mortem “causate da animali”. Ed esclude, inoltre, “lesioni o comunque segni riconducibili all’azione violenta di soggetti terzi”. Dunque, a distanza di un anno dal ritrovamento del cadavere della donna, che aveva problemi psicologici, come accertato anche dal consulente psichiatrico della Procura, Massimo Picozzi, c’è un primo punto fermo. Viviana si sarebbe uccisa.

E Gioele? Come è morto il piccolo ritrovato solo dopo quasi due settimane nei boschi di Caronia? “Più complessi sono risultati gli accertamenti medico-legali-entomologici-veterinari per stabilire la causa della morte di Gioele, alla luce dello stato di conservazione del corpo. In ogni caso sono stati raggiunti dei sicuri punti fermi”, dice il Procuratore”. Intanto quando è morto il piccolo? I consulenti hanno accertato come la morte del bimbo “sia comunque compatibile con la data della sua scomparsa, ossia il 3 agosto 2020, dunque in piena coincidenza temporale con la morte della madre Viviana, verificatasi in un arco temporale massimo compreso fra le ore 12 e le ore 20 dello stesso 3 agosto 2020”. Inoltre, c’è un altro punto fermo: Gioele non è stato ucciso dai morsi di animali, come si era pensato in un primo momento. “Gli accertamenti sui reperti biologici di origine animale e di tipo veterinario-forense hanno permesso di rilevare, in primo luogo, come Gioele non abbia subito, mentre era ancora in vita, alcuna aggressione da parte di animale (canidi, suidi o altro tipo ancora) – dice il Procuratore – E’ stato invece accertato come la specie animale “Vulpes vulpes” abbia svolto un ruolo di necrofago, abbia cioè consumato il corpo di Gioele, ma soltanto dopo la sua morte”.

Inoltre il bambino non è morto nell’incidente stradale avvenuto il giorno della scomparsa di madre e figlio. Né avvelenato. “La consulenza medico-legale-entomologica-veterinaria ha consentito di escludere che Gioele possa essere deceduto in conseguenza di patologia traumatiche riportate al cranio; di escludere che Gioele possa essere deceduto in conseguenza di lesività traumatiche ossee (fratture); di escludere che né Gioele possa essere deceduto in conseguenza di veleni e di escludere la presenza sui resti di Gioele di lesioni o comunque segni riconducibili all’azione violenta di soggetti terzi; di escludere alcun segno o riscontro tipico delle morti per asfissia da annegamento in acqua stagnante”. E allora come è morto? E’ stata la madre che poi si è lanciata dal traliccio? “La donna si è “rifugiata” nel bosco di Pizzo Turda perché riteneva di dover scappare da inesistenti aggressori o perché temeva che il marito potesse toglierle la potestà genitoriale”, spiega il Procuratore. “L’ipotesi dell’infanticidio commesso da Viviana, continua a rimanere la tesi più probabile e fondata per questo Ufficio”, conclude il magistrato.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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