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Difesa: Mulè, ‘dal M5s numeri a capocchia, Conte faccia pace con se stesso’

Di Redazione |

Roma, 30 mar “Sulle spese militari si sta giocando una partita politica dove la grande assente è la chiarezza mentre vedo molta ipocrisia. Conte e i cinque stelle dovrebbero far pace con se stessi”. Lo ha detto il sottosegretario alla Difesa Giorgio Mulè, deputato di Forza Italia, questa mattina a Radio1.

“In piena pandemia, con le imprese con l’acqua alla gola e gli imprenditori disperati, fu proprio il governo Conte ad aumentare le spese della Difesa di oltre un miliardo mezzo, arrivando a 24 miliardi e mezzo nel 2020 quando il Pil andava giù precipitando a meno 9 per cento -ha spiegato Mulè- Oggi è un continuo smentire ciò che è stato fatto e certificato dal M5s quando era al governo. Dire che le spese devono aumentare il prossimo anno di 10, 12 o 15 miliardi è falso perché l’impegno per il 2024 è da studiare e da raccontare per quello che è: un impegno non vincolante, un impegno che può essere modulato”.

“Infatti, nell’ordine del giorno firmato non da un passante dei M5s ma dal presidente della commissione difesa alla camera e dal capogruppo della commissione alla camera si dice che per raggiungere il 2 percento si dovrà fare un percorso stabile nel tempo. Non si parla di aumentare le spese dall’oggi al domani come falsamente si dice sparando numeri a capocchia”, ha detto ancora Mulè.

“Se si dovesse porre la fiducia, ho già letto le dichiarazioni di Conte, voteranno a favore. Faccio fatica a star dietro alle capriole semantiche dei cinque stelle. In questo momento per serietà e responsabilità bisogna apparire uniti ed esserlo nella sostanza per salvaguardare l’immagine dell’Italia”, ha proseguito.

“La conferma è arrivata dall’intervento proprio a Radio1 di Michele Gubitosa, vice presidente dei 5 stelle, secondo il quale le spese dovrebbero aumentare di 20 miliardi per raggiungere il 2 per cento. Una cifra, l’ennesima, sparata a caso: il due per cento del Pil corrisponde a circa 34 miliardi e le spese per la difesa ammontano a 26 miliardi: la differenza è di 8 miliardi e non 20… e questo senza contare che nessuno ha mai detto che il 2 per cento andrà raggiunto il prossimo anno”, ha sottolineato ancora.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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