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Fascismo: Durigon, ‘non dimentico di essere figlio bonifica pontina’

Di Redazione |

Roma, 26 ago. “La mia vera colpa è che non mi dimentico di essere ‘figlio’ della bonifica pontina. Tutto, in quelle terre, rimanda a una storia che invece un certo tipo di ‘politicamente corretto’ vorrebbe rimuovere per sempre”. Lo scrive il deputato della Lega Claudio Durigon, in una lettera aperta in cui annuncia le sue dimissioni da sottosegretario all’Economia.

“Colgo l’occasione -spiega l’esponente del Carroccio- per precisare una volta per tutte il senso delle mie parole. Come indica chiaramente il mio cognome, io sono figlio, e nipote, di veneti immigrati, tanto tempo fa, nel Lazio e in particolare in quel dell’attuale Latina. Sono dunque nipote di ‘coloni’, italiani di tutta Italia che hanno partecipato a una grande opera, civica e civile al tempo stesso, di recupero di un territorio del nostro Paese che fu, per troppo tempo, svantaggiato e inabitabile. Mi riferisco alla bonifica dell’Agro Pontino. Stiamo parlando del recupero di un’area con una superficie di circa 75.000 ettari, che per secoli è stata flagellata dalla malaria. Il progetto di recupero e valorizzazione fu un’opera immensa: dal 1926 al 1937, per bonificare le paludi dell’Agro, furono impiegate ben 18.548.000 giornate-operaio, con il lavoro di circa cinquantamila operai, provenienti da tutto il Paese”.

“Estirpata la malaria e recuperato il territorio, a seguire sorsero nuove città, di cui la prima fu, nel 1932, l’attuale Latina (all’epoca chiamata Littoria). Che, anche in seguito alla seconda immigrazione (post-bellica), negli anni Settanta, che vide come protagonisti nostri concittadini provenienti soprattutto dall’Italia centrale e meridionale, divennero straordinari luoghi di incontro e di integrazione fra culture, modi di vivere, dialetti, tradizioni, molto differenti fra loro”.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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