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Frosinone, il gioielliere Zancan: “Sono con il tabaccaio, il ladro sa che è o me o te”

Di Redazione |

Roma, 26 ott. Il tabaccaio di Frosinone indagato per omicidio dopo che ieri, in seguito ad un tentativo di furto in casa propria perpetrato da quattro banditi, ha premuto il grilletto contro un malvivente e lo ha ucciso, “non si è inventato che questi erano in casa sua, lui si è solo difeso. Ha avuto un eccesso di legittima difesa? Ma chi sa misurare la paura? Soltanto chi la prova e resta terrorizzato tutta la vita. Qualche magistrato dovrebbe provarla sulla propria pelle per capire. Io sono con il tabaccaio”. Ne parla con l’Adnkronos Roberto Zancan, vittima di una rapina nella sua gioielleria a Ponte di Nanto, in Veneto, assaltata da un commando di rapinatori la sera del 3 febbraio del 2015.

“Se un delinquente entra nella casa di una persona per bene, sa cosa rischia. La tragedia non è dunque la sua morte ma quella eventuale della persona che subisce l’intromissione del malfattore, che per definizione è predisposto a fare del male. Perché la persona per bene non è predisposta a riceverlo. Questa è la differenza – rimarca Zancan – A me della morte del lazzarone non me ne importa nulla, o me o te. Te lo sei cercato. Sarà una persona in meno da mantenere in carcere”, chiosa senza mezzi termini ed incalza: “Qualcuno dovrebbe mettersi nei panni del povero disgraziato che si trova davanti 4 farabutti, in un rapporto sbilanciato di 1 a 4; di dolore e paura che fanno perdere il controllo. Invece no, ma se muore il delinquente…oh mamma mia! E’ successa una tragedia. Ma di che? – sollecita il gioielliere – Un delinquente sa bene cosa rischia entrando nell’abitazione di qualcun altro”.

Nessun rimorso se si uccide per legittima difesa? “E’ ovvio che per quanto farabutto sia il malvivente, ci sarà sempre il rimorso. Ma meglio la tua vita che la mia – risponde Zancan – Invece ecco cosa devo leggere nelle motivazioni della mia sentenza, che l’unico ladro della banda di rapinatori della mia gioielleria ad oggi catturato ha un’attenuante ad avermi sparato perché io sono arrivato all’improvviso, a sua insaputa. E lui, poveretto, è stato preso alla sprovvista e ha reagito sparandomi”. Tradotto? “Io dovevo avvisarlo. Quindi per lui circa quattro anni in meno di carcere”.

(di Roberta Lanzara)COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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