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Giustizia: Albamonte (Area), ‘sciagura non fare subito riforma sistema elettorale Csm’ (3)

Di Redazione |

“Innanzitutto perché mai si è pensato a sorteggi, persino quando si è trattato di nominare nuovi amministratori dopo lo scioglimento di amministrazioni comunali per infiltrazioni mafiose; neppure in questi casi così gravi si è mai pensato di sostituire le elezioni dei cittadini con un sorteggio – dice – Peraltro un sorteggio avrebbe un effetto ulteriore di ridurre enormemente il ruolo istituzionale del Csm. Lo stesso varrebbe per qualsiasi altro organismo. Che credibilità verrebbe data a una Corte costituzionale formata da insigni giuristi sorteggiati? La stessa cosa varrebbe per il Consiglio superiore della magistratura, noi invece vogliamo un Csm autorevole e, soprattutto, per quanto riguarda la prossima consiliatura in cui bisognerà completare un lavoro faticoso, avviato da questo Csm, di riedificazione etica, passando anche da riforme di regole interne”.

“Del resto, le forze politiche che nelle dichiarazioni pubbliche sostengono il sorteggio temperato, sono tutte forze politiche che non si caratterizzano per la profonda affezione nei confronti dell’autonomia e l’indipendenza della magistratura ne sembrano voler spingere verso un recupero di autorevolezza del Csm”. Per Albamonte sono invece forze politiche che tentano di “esaltare la crisi in cui è caduta il nostro organo di autogoverno” e “tardano a riconoscere anche i passi avanti fatti da questo consiglio per uscire dal guado”.

E cita “le ultime dichiarazioni di Matteo Renzi a proposito di Ermini sono particolarmente ingenerose, sia nei confronti della persona che nei confronti dell’attività svolta dal consiglio sulla vicenda dell’Hotel Champagne in poi per recuperare con fatica una credibilità istituzionale. E non a caso Renzi e Italia Viva sostengono la logica del sorteggio come sistema di elezioni del Csm”.

Poi Albamonte ha commentato le parole, molto forti, pronunciate dal consigliere del Csm Antonino Di Matteo sabato mattina all’inaugurazione dell’anno giudiziario di Palermo. DI Matteo ha detto: “Stiamo vivendo una profonda crisi di credibilità della quale parte significativa del potere – politico, economico, finanziario – vuole oggi approfittare per avviare un vero e proprio regolamento di conti contro quella parte della magistratura che ha preteso di esercitare veramente a 360 gradi il controllo di legalità. Un regolamento di conti con chiare finalità di vendetta e di prevenzione con il malcelato scopo di rendere, anche attraverso progetti di riforma ed iniziative referendarie assai discutibili, l’ordine giudiziario collaterale e servente rispetto agli altri poteri”. “Non ho avuto la possibilità di ascoltare l’intervento del consigliere Di Matteo, ma dico che sicuramente la magistratura tutta è stata coinvolta in uno scandalo che ne ha colpito la credibilità istituzionale, ma a me sembra che questo scandalo venga poi preso a pretesto, soprattutto da alcune forze politiche per ridimensionare il ruolo della magistratura”.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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