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Green pass, Leonardi (Usb): “No a obbligo in luoghi lavoro, tamponi gratuiti per tutti”

Di Redazione |

Roma, 18 ott. (Labitalia) – “Si ai vaccini, no al green pass per luoghi di lavoro e sì a tamponi gratuiti per tutti”. Sono i tre passaggi fondamentali per la tutela della salute dei lavoratori sui luoghi di lavoro, che indica con Adnkronos/Labitalia Pierpaolo Leonardi, dell’esecutivo nazionale confederale Usb. “Fin dal primo momento -spiega l’esponente del sindacato di base- siamo stati favorevoli al vaccino contro il Covid 19, considerandolo il più importante strumento di contenimento della pandemia, da utilizzare al massimo insieme agli altri dispositivi di protezione individuale: le mascherine e il distanziamento sociale. Quindi siamo assolutamente sì-vax e pensiamo che tocchi allo Stato provvedere a stabilire che semmai la vaccinazione sia obbligatoria”. Leonardi sottolinea: “Siamo rispettosi della libertà di ciascuno, anche se riteniamo che il vaccino sia un’indispensabile forma di tutela della collettività. Siamo anche profondamente contrari a ogni forma di individualismo, quella in cui ognuno difende se’ stesso e si organizza da solo, perché fa a cazzotti con la nostra storia. E la vicenda no-vax si inserisce in questo quadro di individualismo che in questi anni è molto aumentato”. ‘Green pass per luoghi lavoro stravolge il ccnl’ Sull’obbligo del green pass sui luoghi di lavoro, invece, Leonardi ribadisce: “Siamo contrari perché sui luoghi di lavoro il green pass è uno strumento che modifica le relazioni nel rapporto di lavoro, è uno strumento di controllo e di comando in mano alle aziende e alla dirigenza e alle amministrazioni. E soprattutto produce delle aggravanti come la sospensione che stravolgono il contratto collettivo nazionale di lavoro che di fatto non conta più nulla”. “Siamo contrari e riteniamo che la soluzione sia quella di tamponi gratuiti a tutti. Riteniamo che le controparti debbano fornire i dispositivi di protezione individuale compresi i tamponi a proprio carico -afferma-. Se la pandemia è ritenuta un rischio per i lavoratori nei luoghi di lavoro, la legge 81, il Testo Unico sulla Sicurezza, dice che la prevenzione dal rischio è di competenza del datore di lavoro. La nostra non è una richiesta folle -avverte Leonardi- ma una richiesta che sta in linea col fatto di chiedere un ambiente salubre, ricambio d’aria, le mascherine , il distanziamento, il tracciamento di eventuali cluster infettivi e così via. La pandemia implementa la necessità di garantire salute e scurezza sui luoghi di lavoro che per un’organizzazione come la nostra sono elementi centrali e fondamentali”, conclude. ‘Condanniamo Polizia per intervento a Trieste’ “Condanniamo le modalità in cui la Polizia è intervenuta oggi sul piazzale del Porto di Trieste. Le lotte dei lavoratori comunque sia, vanno rispettate per quelle che sono, era una manifestazione pacifica non c’era un blocco effettivo del Porto perché gli automezzi potevano circolare. E’ stata una volontà evidente del ministero dell’Interno di fare lo scontro frontale e di mettere la produzione prima di ogni altra cosa, lo stesso atteggiamento che prodotto migliaia di morti nei primi mesi della pandemia, quando si è deciso, anche con l’accordo di Cgil, Cisl e Uil, di mantenere aperte le fabbriche e gli uffici”. Lo dichiara, ad Adnkronos/Labitalia, Pierpaolo Leonardi, dell’esecutivo nazionale confederale Usb. ‘Battaglia portuali Trieste condotta male’ “Noi siamo solidali coi portuali di Trieste che hanno subito le cariche della polizia, anche se dobbiamo dire che quella battaglia è stata condotta molto male, soprattutto perché era diventata un punto di riferimento a livello generale di tutti coloro che ritengono che l’obbligo del green pass sui luoghi di lavoro non vada messo. E’ chiaro che su questa battaglia si sono innestati i no-vax, i provocatori, i fascisti e soggetti squalificati tipo il generale Pappalardo, che sono andati ad approfittare della situazione. Però avevano ottenuto un risultato, quello dei tamponi gratuiti che per noi era il giusto risultato da ottenere”. Lo dice ad Adnkronos/Labitalia Pierpaolo Leonardi, dell’esecutivo nazionale confederale Usb. I lavoratori del Porto di Trieste, aggiunge il sindacalista di base, “dovevano fermarsi, capitalizzare il risultato e rilanciare successivamente la lotta per la difesa della sicurezza e della salute sui luoghi di lavoro, che è la posizione che i ‘nostri’ portuali, a Genova a Livorno a Gioia Tauro a Napoli a Civitavecchia stanno tenendo. Il 25 ci sarà uno sciopero nazionale dei portuali che proporranno una piattaforma per la salute e sicurezza del lavoro nei porti, dove il rischio, ricordiamolo, non è solo il covid. Accadono molti infortuni purtroppo”. “Il problema vero dei portuali di Trieste è stato che non hanno inserito la battaglia contro il green pass dentro a una battaglia più ampia per la salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, che è la vera battaglia e che è quella che vogliamo rilanciare. E’ stato un errore fare una battaglia su un argomento specifico e divisivo in sé, prigionieri per di più di un’enorme attenzione mediatica”, conclude Leonardi. (di Mariangela Pani)

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