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Ict: in Italia 22.500 furti di arnie all’anno, nasce un Gps Antifurto per proteggerle

Di Redazione |

Roma, 28 ott. (Labitalia) – Seppur poco noto, il furto delle arnie è un problema annoso del nostro Paese: si stimano infatti circa 22.500 furti ogni stagione, per un danno totale di 10 milioni di euro, valore destinato ad aumentare. Secondo la Fai (Federazione Apicoltori Italiani), infatti, le ruberie sistematiche lasciano presupporre la nascita di un vero e proprio mercato nero, che porta un danno economico non indifferente alle famiglie di apicoltori che investono nell’allevamento di questo importante insetto mellifero. Una soluzione al furto delle arnie è fornita dal sistema di antifurto a Gps di AntifurtoArnia, frutto dell’ingegno di Roberto Pasi e Gabriele Garavini, co-fondatori della startup innovativa nata con lo scopo di tutelare le api e fornire agli apicoltori un sistema di monitoraggio degli alveari invisibile dall’esterno, utile a tracciare lo spostamento dell’arnia dal proprio smartphone e, nel caso di furto, a poterla ritrovare. Inoltre, il sistema permette anche di tenere sotto controllo alcuni parametri fondamentali alla salute dell’ape, come la temperatura e l’umidità. “Il furto delle arnie è un triste fenomeno che si conosce ancora poco, ma che arreca danni notevoli. Proprio per cercare di combatterlo, abbiamo implementato una tecnologia che prevede un sistema di duplice connessione con celle dati multi operatore, in modo che l’antifurto sia sempre funzionante. Il GPS-app, infatti, comunica con lo smartphone dell’apicoltore, e volendo anche con le forze dell’ordine, che possono così attivarsi per recuperare le arnie rubate e rivendute. Arnie che, secondo la nostra esperienza, non si allontanano più di 20 km dal luogo di origine, circa nell’80% dei casi”, spiega Roberto Pasi, Ceo di AntifurtoArnia. Tuttavia, nonostante le proposte sempre più innovative messe in atto dalle realtà operanti nel settore, permane la questione delle poche denunce sporte dagli apicoltori rispetto agli effettivi casi di furto. Questo perché, spiegano dalla startup romagnola, “gli apicoltori hanno paura a denunciare, perché temono di esporsi e non nutrono grande fiducia nei sistemi di ritrovamento che invece sono molto funzionali e lo dimostrano i numeri: grazie al nostro AntifurtoArnia, infatti, circa il 95% delle arnie viene ritrovato in un perimetro abbastanza circoscritto”, spiega Gabriele Garavini, Cto di AntifurtoArnia. Eppure, non manca chi sceglie di opporsi a questa tendenza e dare il proprio contributo affinché si ponga un freno a un fenomeno punibile per legge con una pena che tocca gli 8 anni di carcere: l’abigeato, ovvero il furto di bestiame. “Siamo felici, finalmente, dopo anni di furti, di aver messo un punto a questa piaga. Oltre che un danno, il furto delle arnie è un’umiliazione per chi ogni giorno mette fatica e impegno nel lavorare onestamente, prendendosi cura di queste api delicate e preziose per tutti, non certo solo per gli apicoltori”, racconta Esamuela, apicoltrice che, a ottobre 2021, ha ritrovato le proprie arnie poche ore dopo il furto, grazie alla tecnologia di AntifurtoArnia. Oggi, secondo i dati dell’Anagrafe Nazionale Zootecnica , in Italia ci sono oltre 150 mila apiari, per un totale di 63.408 attività di apicoltura e più di un milione e mezzo di arnie. Un’eccellenza, quella dell’apicoltura in Italia, tutta da tutelare e rispettare, partendo proprio dal contrasto della criminalità. AntifurtoArnia è una startup romagnola fondata da Roberto Pasi e Gabriele Garavini che, grazie alla sua tecnologia con Gps, “B-secure”, aiuta gli apicoltori a sventare i sempre più frequenti furti di arnie, mappandone i movimenti, con sensori invisibili dall’esterno. Il device è anche in grado di monitorare temperatura e umidità delle arnie e quindi di tenere sotto controllo la salute delle api. Per rendere l’utilizzo di questi dispositivi accessibile a chiunque, AntifurtoArnia impiega SIM che possano connettersi con qualsiasi operatore telefonico.

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