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La crisi dei microchip non risparmia il settore dell’automotive

Di Redazione |

Giussano, 11 ottobre 2021. A causa della così detta ”crisi dei microchip” le più importanti case di produzione automobilistica hanno dovuto ridurre la produzione e, di conseguenza, le vendite dal 2020 ad oggi.

Questa situazione sembra non conoscere fine non solo per il protrarsi dell’emergenza dettata dal Covid-19, ma anche per questioni climatiche. Nell’ottobre del 2020 una fabbrica destinata alla realizzazione dei semiconduttori è stata distrutta da un incendio, mentre un’altra in Texas ha dovuto chiudere per due settimane a seguito di una tempesta di neve.

Quando si parla di microchip, si intende la componente fondamentale per fare funzionare un qualsiasi dispositivo elettronico. Nello specifico, nel settore automobilistico serve a realizzare finestrini elettronici, il sistema di infotainment e le più recenti tecnologie di cui dispongono gli abitacoli delle vetture.

Secondo quanto riportato dalla società di analisi AlixPartners, la crisi globale del settore dei veicoli leggeri comporterà una perdita pari a 210 miliardi di dollari con una mancata produzione di 7,7 milioni di auto.

L’unica società che ha dichiarato essere ottimista nei confronti della crisi dei semiconduttori è la Tesla. Il CEO Elon Musk crede infatti che finirà presto grazie ai nuovi impianti che MediaTeck, Qualcom e TSMC stanno costruendo per affrontare questa situazione senza precedenti.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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