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Mafia, Gratteri: “Quella albanese emergente in Europa, investire qui rende”

Di Redazione |

Scilla (Rc), 28 ago. “Da almeno tre anni dico che in Europa c’è una mafia emergente, quella albanese. L’Albania è un Pese corrotto, dove è facile corrompere i funzionari pubblici. Se poi esco dall’Albania e ho già un potere economico riesco a rafforzarmi come mafia internazionale”. Nicola Gratteri, procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Catanzaro, nel corso della serata “La narrazione del Sud” – l’evento organizzato a Scilla dalla Fondazione Magna Grecia che precede la tre giorni dell’International Annual Meeting ‘SudeFuturi III – (R)innoviamo il Mezzogiorno’, che si terrà al Castello Ruffo tra il 9 e l’11 settembre – sottolinea il proprio ruolo di Cassandra: avverte, anticipa le mosse delle mafie internazionali, disegna le loro strategie, ma ci vuole del tempo prima che gli si creda.

“Adesso – aggiunge – lo sanno bene cosa sta succedendo nel cuore dell’Europa e stanno cercando di capire, ci chiedono cosa fare -chiosa. E quando raccontavamo quello che stava succedendo in Olanda, che là la mafia si stava comprando tutto quello che era in vendita perché non ci hanno ascoltato? In questi Paesi del Nord Europa, sono molto gelosi della privacy, ma questo non aiuta. Le mafie vanno a caccia e si comprano tutto quello che è in vendita: è più redditizio investire in zone ricche ed è più facile mimetizzarsi. La mafia sudamericana, per esempio, investe in Europa invece che nel proprio territorio perché farlo qui è più redditizio”.

Alla domanda della giornalista Paola Bottero, che ha condotto la serata insieme al collega Alessandro Russo, sul perché la stampa lo aiuti così tanto, Gratteri risponde sorridendo: “Perché faccio il mio lavoro dando tutto me stesso. E poi mi piace dire quello che penso: quando vedo e leggo certe cose non posso proprio stare zitto. Perora sto parlando tantissimo, ma non posso proprio tacere. Ricordo quando si è insediato questo Governo e si parlava di riforma del processo civile. Hanno detto che dovevano fare la riforma perché altrimenti l’Europa non avrebbe dato fondi. Ma per me è umiliante sentire dire una cosa del genere. Poi arriva la riforma del processo penale e si parla di ‘improcedibilità’. Tutti i partiti hanno votato questa riforma che prevede che dopo la condanna di primo grado se non c’è una condanna in appello entro 2 anni o in Cassazione entro un anno non si possa più procedere”.

“Quando mi hanno chiamato in Commissione alla Camera – prosegue Gratteri – sono stato molto duro su questa riforma. C’è gente che è morta per i propri ideali e io non posso stare zitto. Ci sono stati 150 anni di mafia, ma ci sono stati anche 150 anni di antimafia. Questa riforma grazierà faccendieri e delinquenti, non sono stati inseriti i reati contro la pubblica amministrazione, l’inquinamento dei mari, le discariche abusive. La verità è che il 50% dei processi cadrà, allora torniamo a prima della riforma Orlando se è questo il problema”.

Dito puntato contro quello che manca o che non va. Dalla mancata messa a regime degli uffici giudiziari alle 4 Corti d’Appello della Sicilia, che ha meno di 5 milioni di abitanti, contro le due della Lombardia, dove vivono 10 milioni di persone. E ancora: ci sono 250 magistrati fuori ruolo che fanno i consulenti nei ministeri, ma visto che a causa del covid i concorsi sono fermi, a breve non ci sarà il ricambio con i magistrati che andranno in pensione. “E allora -incalza Gratteri- la verità è che non vogliamo un sistema che funzioni”.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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