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Mafia: Montante, ‘nostro Codice etico non era giustizialista, volevamo salvare il paese’ (3)

Di Redazione |

Antonello Montante poi ribadisce: “Non ho mai chiamato Alfonso Cicero”, l’ex Presidente dell’Irsap che si è costituito parte civile nel processo e oggi accusatore di Montante “per chiedergli di non costituirsi parte civile”. “Era lui che mi mandava messaggi ma io non lo mandavo mai”. Parlando de ancora del disegno di legge di riforma dei consorzi Asi, spiega: “Nel 2011 la legge non doveva approvarla la Giunta regionale Lombardo, ma tutti i deputati, cioè l’Ars. La legge poi è stata bocciata. Ma in seguito, tre mesi dopo, è stata approvata perché Confindustria ha insistito spiegando l’importanza”. A fine 2011 l’Ars ha approvato un Ddl che sopprimeva i vecchi consorzi di sviluppo industriale e costituiva l’Istituto regionale per lo sviluppo delle attività produttive, poi presieduto da Alfonso Cicero.

Antonello Montante racconta poi delle minacce ricevute. “All’Asi ho avuto danneggiamenti molto pesanti, ma anche biglietti particolari, con minacce scritte, anche su mia figlia. Lì i giovani imprenditori chiedevano le elezioni, ma Confindustria Caltanissetta non voleva indire le elezioni”. Ricorda anche l’intervento dell’ex Capo dello Stato Carlo Azeglio Ciampi, nel novembre del 2004, presso la Prefettura di Caltanissetta. “In quella occasione Ciampi parlò di un ‘patto tra imprese e sindacati’, questo patto “venne recepito dal Prefetto di Caltanissetta”, dice Montante.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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