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Mafia: Prefetto Cagliostro, ‘denunciare conviene, lo Stato sta sempre accanto alle vittime’ (4)

Di Redazione |

Il sostituto procuratore della Direzione nazionale antimafia Francesco Del Bene ha voluto ribadire che “La mafia non è stata sconfitta, è stata sconfitta la frazione Corleonese, che ha rappresentato una stagione di Cosa nostra, ma è un fenomeno ancora presente e pervasivo ed è dimostrato dalle operazione nel territorio e dallo scioglimento dei Comuni per infiltrazioni mafiose”. “Cosa nostra è in difficoltà, ma è camaleontica ed è in grado di adeguarsi ai tempi e ai momenti E in questo momento di crisi legata alla pandemia – ha aggiunto – vede proprio nella pandemia e nei finanziamenti che arriveranno una occasione di rinascita e profitto”. E ha spiegato: “La pressione del pizzo resta forte”, “perché resta una forma privilegiata di controllo del territorio”. “Nell’ultimo periodo tra estorsore e vittima si crea una sorta di contratto – dice il magistrato – In questo periodo i mafiosi se ne sono accorti di chi era in crisi e chi no, e a chi era in difficoltà invece di chiedere il pizzo, si offriva aiuto economico, liquidità per andare avanti; in questa situazione un imprenditore si trova in enorme difficoltà”. Nel centro e nord Italia “sono stati gli imprenditori ad avere accettato l’organizzazione mafiosa e ora è molto difficile investigare. Siamo in una fase di confusione tra economia legale ed economia illegale; e quest’ultima sta invadendo l’altra, al punto che i confini non sono più chiari. Per Del Bene gli strumenti ci sono. “E’ un problema – avverte – di natura culturale. Dobbiamo educare i ragazzi, gli imprenditori avvicinati a pensare per lo Stato”. Serve, insomma, una presa di coscienza. Siamo in una fase di regressione – denuncia Del Bene – dovuta a una crisi economica pandemica, pero’ ciascuno deve esercitare il proprio ruolo, gli strumenti ci sono, le associazioni di categoria pure. Ma ci vuole uno scatto d’orgoglio da parte di tutti, perche’ dobbiamo liberarci da questa cultura mafiosa”.

La pm Federica La Chioma, che si occupa di racket e usura, nel suo intervento ha spiegato che “spesso l’iniziativa è della vittima, dell’usurato e non dell’usuraio”. E ha ricordato che dietro l’usura “spesso c’è la mafia”, che “consente il controllo del territorio”. Il Comandante provinciale dei Carabinieri, il generale Giuseppe De Liso ha voluto ricordare, nel suo intervento, che “Nella sola provincia di Palermo dall’inizio dell’anno ad essere accertate dalle forze dell’ordine 216 estorsioni. Ma sono ancora pochissimi quelli che denunciano, si parla di un 6 per cento all’incirca”. “Come Arma abbiamo seguito 115 di questi episodi estorsivi – afferma – ma le denunce ricevute sono state soltanto 7”.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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